Sorpresa. Il primo bilancio di France Télévisions, la Rai francese, firmato dal nuovo presidente Delphine Arnotte, l’equivalente della nostra Monica Maggioni, porta il segno più. Più 200 mila euro. Per la prima volta dal 2012.
Ma, attenzione, si tratta solo di un artificio contabile alla luce delle nuove regole di contabilità pubblica, insomma di un maquillage finanziario che non fa di certo sparire la voragine delle perdite accumulate negli ultimi anni e arrivate a quota 50 milioni di euro (a fronte di 2,4 miliardi di canone pagato dai francesi nella bolletta della luce). In ogni caso, il piccolo avanzo contabile consente alla neopresidente di continuare con più lena nel difficilissimo lavoro di ristrutturazione dell’emittente pubblica i cui bilanci sono appesantiti non solo dal calo della raccolta pubblicitaria ma soprattutto dal numero dei dipendenti, quasi diecimila, tutti assunti con contratti di lavoro a tempo indeterminato e a condizioni economiche più che vantaggiose.
Nei primi mesi di quest’anno in duecento «son partis», si sono dimessi e se ne sono andati spontaneamente. Ma non bastano e per ridurre la voce «costo del lavoro» la Ernotte dovrà impegnarsi a trattative sindacali estenuanti.
Così come sta facendo in questi giorni per portare a termine il progetto di fusione delle redazioni di France2 e France3 e creare un unico polo informativo sotto il marchio-ombrello di FranceInfo. Lo scontro, come ha scritto ItaliaOggi il 13 aprile, è divampato feroce («La Tourmente à France tv», ha titolato in prima pagina il quotidiano Le Monde) e ha coinvolto immediatamente il nuovo direttore dell’informazione, Michel Field (il Carlo Verdelli francese, se vogliamo trovare un paragone) di cui i giornalisti hanno chiesto le dimissioni dopo appena cinque mesi dal suo insediamento. Insomma, niente di nuovo a Parigi, come a Roma Saxa Rubra.
Italia Oggi