ZERO PUBBLICITÀ SU FRANCE TÉLÉ

ZERO PUBBLICITÀ SU FRANCE TÉLÉ

La proposta di due parlamentari della destra repubblicana. Oggi c’è il divieto di annunci dopo le 8 di sera. Taglio totale degli spot per differenziarla dalle tv commerciali

La nuova presidente di France Télévisions, e DelphinErnotte, la Monica Maggioni della Rai francese, si batte per ripristinare gli spot pubblicitari nei programmi della fascia serale dopo le otto, vietati per legge da otto anni, ed ecco farsi avanti due parlamentari repubblicani con una proposta sorprendente: cancellare completamente, supprimer per dirla con quell’espressione francese che appare anche sullo schermo del telefonino quando si vuole cancellare un sms o una telefonata, gli annunci pubblicitari da tutta la programmazione di France Tv, dalla mattina alla sera, senza soluzione di continuità. Telespettatori felici, Delphine Ernotte, chiamata alla guida della tv di Stato proprio per rimetterne a posto i conti, un po’ meno. Ma i due parlamentari non transigono: la pubblicità pesa meno del 12% sul budget complessivo di France Télévisions, 330 milioni su un bilancio di 2,8 miliardi, quindi se ne può fare a meno e trovare altrove queste risorse. Quel che fa riflettere (e inquieta tutto il vertice della Tv di Stato) è il fatto che la proposta non arriva da due «peones» in cerca di pubblicità (sic!), ma da due parlamentari che da anni seguono il settore e insieme hanno anche preparato per l’Assemblea nazionale un Rapport sur le financiament de l’audiovisuel public, insomma i due sanno di che parlano. E sono pure uomini politici di lungo corso. Il primo, il deputato dei Repubblicani Eric Woerth, è stato perfino ministro del bilancio nel governo Fillon (e ora è anche sindaco di Chantilly); il secondo, il senatore Pierre Leleux, sindaco di Grasse, la capitale provenzale dei profumi, ha un lunghissimo curriculum politico tutto nell’Ump. I due arrivano ad argomentare la loro proposta con (più o meno condivisibili) considerazioni di marketing. Del tipo: visto che tutti gli altri canali tv, le tv commerciali, sono pieni di pubblicità al limite del rigetto da parte dei telespettatori, France Tv potrebbe differenziarsi con un’offerta «pub free», programmi puliti senza un secondo di pubblicità. «L’absence de pub est un element de différenciation fort», come dire: ti guardano di più se non hai gli stacchi pubblicitari, proclama il deputato Woerth. «La récherche de pub engendre une course à l’audimat, qui peut être préjudiciable à la qualitè», come a dire: la pubblicità ti fa correre dietro gli indici di ascolto, e questo può danneggiare la qualità dei programmi, incalza il senatore Leleux. Ma i quattrini persi, quei 746 milioni andati in fumo da quando è entrata in vigore la legge che vieta la pubblicità dopo le otto di sera, come si recuperano? Pas souci, nessun problema. France Télévisions può aumentare il suo peso nelle produzioni indipendenti e farsi pagare e poi, soprattutto, può realizzare forti economie tagliando i costi. Subito e con energia che per i due parlamentari della destra repubblicana vuol dire, in sostanza, senza sottostare ai diktat dei vari sindacati della tv, giornalisti e tecnici. Per esempio creando «une structure commune regroupant l’ensemble des médias publics», una sola piattaforma comune che raggruppi tutto i media di Stato. Bella idea probabilmente, ma irrealizzabile, almeno per ora- viste le difficoltà che la presidente Ernotte sta incontrando proprio in questi giorni solo per mettere insieme, sotto lo stesso marchio-ombrello di France Info, tutta l’informazione pubblica della tv e della radio.

Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi

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