ATTUALIZZANDO… CASO VESPA E ALTRI RICORDI

ATTUALIZZANDO… CASO VESPA E ALTRI RICORDI

Carlo FrecceroL’intervista di Carlo Freccero – per me un genio spesso incompreso – si riferisce alle polemiche sulla puntata di “Porta a porta”, in cui Bruno Vespa ha invitato il figlio di Totò Riina. (Se volete, potete leggere, digitando www.lamescolanza.com, una buona sintesi a cura di Serena Tambone). L’intervista di Carlo per me ha avuto l’effetto di una spina nel cuore. Ho fatto la televisione per molti anni, ritengo di essere stato drogato anch’io: non solo da quell’ambiente particolare, ma anche dall’indispensabile necessità di lavorare, pensando soprattutto a fare ascolti. Se non fai ascolti, vieni esonerato automaticamente e spesso anche brutalmente: quindi, se non coltivi l’intento di ottenere un’audience adeguata alle aspettative pubblicitarie, è inutile che accetti l’incarico di curare programmi che nascono con la necessità di fare ascolti, grandi ascolti (e io, con bravi colleghi, mi sono occupato per qualche lustro delle domeniche di Rai e Canale 5, tre volte del Festival di Sanremo e di tanti altri programmi cosiddetti nazional popolari).
Alla fine, mi sono disgustato e ho detto basta: sia perché i programmi tendevano a decadere a livelli di volgarità che non mi attengono, sia – sinceramente – per esaurimento delle energie necessarie (pochi immaginano quanto sia faticoso gestire e tenere a bada l’estro e i capricci di conduttori e conduttrici), sia perché i compensi, una volta allettanti, sono via via precipitati e rimasti ghiotti e importanti solo per pochi privilegiati. Dunque, sono tra i pochi ad essere uscito dal tunnel di quella droga. E con amarezza o sarcasmo vedo tanti personaggi, giganteschi e minuscoli, non riuscire a staccarsi dalla lucina rossa: a volte senza umiltà, spesso senza dignità.
Poi c’è il giornalismo. E che cos’è il giornalismo, per di più innestato sulle morbosità della televisione? Ieri ho provato a parlarne, ma l’argomento è inesauribile. Ecco qualche altra annotazione.

UN GIORNALISTA, IN FONDO, È UN SACERDOTE LAICO…

Vespa-CasamonicaNon mi dispiace, essendo nipote di un arcivescovo – di Reggio Calabria, defunto nel 1950, una sua statua commemorativa è tutt’ora nel Duomo – questa similitudine. Sono agnostico, per non dire ateo, ma penso che un buon giornalista sia come un buon sacerdote. Un buon sacerdote consola e protegge i deboli, indica le vie del Signore, accoglie le confessioni di santi e criminali e non le spiffera in giro. Per fortuna, al giornalista non spetta il gravoso compito di mettere in guardia dai peccati e magari generosamente assolvere. Ma un punto in comune c’è: è un’identità sovrana, da cui non si riesce ad uscire. Un prete è un prete per sempre, anche se si spreta, oserei dire.
Un giornalista è un giornalista, anche se fa qualche altro mestiere. Come è successo a me, in tv, per l’intrattenimento: tutte le mie idee e i miei apporti, positivi o pessimi, alla radice avevano una valutazione giornalistica su ciò che potesse interessare alla gente o no. Ebbene, Vespa è un ottimo giornalista e per tantissimi anni ha saputo sollecitare l’opinione pubblica: mai o quasi mai ha sbagliato la scelta degli argomenti. Il problema per lui, e per qualsiasi giornalista, se mai è come siano state svolte le scelte nate da idee di giornalismo puro.
Avevo promesso, non avendo visto la puntata incriminata di Porta a Porta, di darne oggi un giudizio. Per me, l’approccio di Bruno è stato corretto: certo, chiunque potrebbe recriminare sull’energia e l’efficacia di alcune domande, ma in sintesi il suo delicatissimo lavoro è stato svolto con misura e professionalità. Diversamente da quanto era successo in quell’altra puntata, che aveva suscitato un simile chiasso, dedicato al funerale dello zingaro Casamonica: lì aveva preso il sopravvento, con imprevedibile arroganza volgarpopolare, l’incontenibile figlia del capo clan deceduto.

VESPA / RIINA, QUALCOSA DA RIBADIRE

vespa-riinaVorrei ripetere ciò che mi sta più a cuore: i pregiudizi non sono ammissibili, le censure men che mai. Informare correttamente e imparzialmente significa aiutare chi legge o chi vede o chi ascolta a documentarsi, a capire, a ragionare con la propria testa. Purtroppo, ne ho lette di tutti i colori e ripeto che posso giustificare, su piano umano, solo i famigliari delle vittime della mafia. È inaccettabile che si possa pretendere che qualcuno decida, pregiudizialmente, sul piano etico, ciò che sia giusto mandare in onda, o stampare, preventivamente. Per corrette regole professionali, è giusto che in Rai nei casi più delicati ci siano attente supervisioni: nel caso di Riina junior, la supervisione spettava al dg Campo Dall’Orto, al direttore di Rai uno Andrea Fabiano e al supervisore di tutta l’informazione Carlo Verdelli. Tutti e tre hanno fatto benissimo ad autorizzare la messa in onda, spero che per alcune furiose scorribande nei loro riguardi non ne paghino il conto.

PAGELLE / LA COMPAGNIA DI GIRO NEI TALK SHOW (3, SEGUE)

pagellePrezzemolini, tuttologi, politici e politicanti, quelli che il nome non sai nemmeno chi siano né cosa facciano nella vita, ma che se li vedi in tv sai per certo che faranno casino ed animeranno il moribondo mondo dei talk show. Passano da una trasmissione all’altra, spesso pontificano ed hanno un’opinione (purtroppo) su ogni argomento: che sia il dramma dell’immigrazione, il delitto del giorno o la saga della tormentata famiglia di Albano Carrisi… e alla fine spesso ti domandi: ma credono davvero a ciò che dicono? E perché ci vanno, solo per essere riconosciuti per strada, al ristorante o al mercato?
Ogni giorno, se ci riesco in ordine alfabetico, vi propongo una decina di nomi: 21. Giuliano Cazzola 6. Documentato, competente: tra i meno assidui (per fortuna sua). 22. Aldo Cazzullo 6 e ½. Ottimo giornalista del Corriere, gli gioverebbe un approccio meno bonario e più pungente. Ma, a parte la visibilità, a cosa gli serve scorrazzare nei vari talk? 23. Mia Ceran 6+. Un bel curriculum, gavetta in vari programmi, esperta nel mondo del lavoro. 24. Khalid Chaouki 6+. Marocchino, interessante per i vari dibattiti sull’Islam. 25. Alessandro Cecchi Paone 7. È approdato alla direzione del Tg4, che personalizzerà come negli anni d’oro riuscì a Emilio Fede. Fino a ieri ospite polemico e appuntito in tanti programmi.
26. Pippo Civati 7+. Dissidente simpatico e affabile nel pd, polemico e persuasivo quanto basta, senza eccessi. 27. Tommaso Cerno 8. Animato dalla passione, arricchito da ironia e autoironia: un ospite importante… ma anche per lui sarebbe conveniente “sprecarsi” un po’ di meno. 28. Paolo Cirino Pomicino 9. In passato, autentico dominus della politica e del potere in Italia. Oggi, nonostante i malanni, di qualità superiore alla media, per le opinioni e per l’ironia, nei vari talk. Chapeau! 29. Lara Comi 5 ½. Servizio pubblico, l’Ultima parola, l’Aria che tira, Otto e mezzo, Linea notte, Omnibus, Agorà… gira e rigira (dovunque) si schiera sempre contro, in attesa di far centro. 30. Paola Concia 6 ½. Impegnata nei dibattiti con un biglietto da visita preciso: appassionato sostegno dei diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali e trans gender.

cesare@lamescolanza.com
08.04.2016

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