BONOLIS: “CARO FIORELLO, SANREMO CI ASPETTA. DARWIN TROPPO OSÉ? SIAMO SCORRETTI”

BONOLIS: “CARO FIORELLO, SANREMO CI ASPETTA. DARWIN TROPPO OSÉ? SIAMO SCORRETTI”

Video intervista esclusiva al conduttore che in tv ha appena fatto risorgere una delle sue creature di maggior successo: “Ce lo chiedeva il pubblico. Rosario ed io? Insieme potremmo funzionare molto bene perché siamo diversi”

paolo bonolisLa suggestione è indubbia. Quasi un sogno per i milioni di fan che da anni seguono Paolo Bonolis e Rosario Fiorello. Due numeri 1 insieme, illness in questi casi, pharmacy fanno molto più di 2. L’idea, rimbalzata durante l’intervista di Tiscali.it al conduttore di “Ciao Darwin”, di “Avanti un altro” e di tanti altri programmi di successo, viene accolta da Bonolis con quel suo impareggiabile mix di disincanto romano e di divertita fantasia che riescono ad avere solo i bambini e chi il proprio bambino lo cura da sempre dentro di sé. “Credo che si potrebbe lavorare insieme tranquillamente proprio perché io e lui siamo molto diversi. Tempo fa gli avevo chiesto di fare qualcosa insieme ma a quei tempi, per ragioni sue che non conosco, non se la sentì. Non posso andare a prenderlo o mandarlo a prendere ma, se ha piacere, ben volentieri”.
I barattoli delle zuppe Campbells opportunamente rivisitati con la sua immagine da re della Pop-Tv, fanno da sfondo a una delle pareti del camerino negli studi Elios di Roma, quartier generale di Mediaset nella capitale, gli stessi da dove va in onda la settima edizione di “Ciao Darwin”. Bonolis, camicia a quadri, pantaloni sportivi, in forma grazie a tennis e calcetto, ha interrotto le prove dello show più sfacciatamente antropologico che ci sia. Prove ancora più divertenti della puntata vera e propria perché tutto, anche un inciampo della bellissima Madre Natura o il commento partecipato di un tecnico, nelle sue mani da capocomico diventa una gag improvvisata e per questo ancora più efficace.
Il posto adatto per Bonolis e Fiorello c’è e si chiama Sanremo. Su quel palco, per diversi motivi, siete attesi da anni tutti e due.
“Senza dubbio potrebbe essere un’idea. L’importante, però, è che il Festival lo si possa cambiare. Laddove, invece, la Rai preveda una struttura sanremese ancora come quella che stiamo vedendo negli ultimi anni, allora non mi interessa perché l’ho già fatto. Nel 2005 introdussi dei cambiamenti profondissimi. Quando chiesi di riportare l’orchestra nel golfo mistico e di sotto-illuminarla per dare quell’idea di fantasia un po’ Walt Disney e un po’ alla Stravinsky fui costretto a fare delle battaglie che non finivano mai. Certo, Sanremo con Fiorello potrebbe essere molto divertente. Una spartizione di ruoli gradevolissima. Lui, poi, è perfettamente anche in grado di condurre. Se fosse soltanto conduttore forse avrebbe delle difficoltà perché è molto esuberante e vorrebbe trasformare tutto in show, anche ciò che va solo introdotto. Ma tra noi due i ruoli potrebbero rimbalzare con grande facilità. Io e lui insieme sarebbe fattibile e credo che sarebbe anche molto divertente”.
Veniamo al presente. Il sottotitolo di questa edizione di “Ciao Darwin” è “La Resurrezione” e in effetti, quando sei anni fa, lo show si congedò dal pubblico lo fece con tanto di funerale e lapide. Perché lo hai resuscitato? E come mai ci hai messo tanto tempo?
“A convincermi è stata la richiesta da parte del pubblico. Darwin è davvero molto amato. E allora siamo risorti. Certo, per risorgere dopo tre giorni devi avere delle peculiarità un po’ particolari. Per noi umani credo che sei anni siano un tempo ragionevole. D’altra parte è un lasso di tempo sufficiente per ripercorrere alcune categorie e vederle ulteriormente modificate dal graffio dei tempi”.
Chi lo guarda, ride e si diverte davanti a dei concorrenti che perlopiù sembrano astrusi e assurdi. Tu invece sostieni da sempre che Darwin sia un fedele specchio della nostra società. Ne sei ancora convinto?
“Certo. Non sono astrusi ma persone che vivono con noi. Noi tutti abbiamo una medesima natura, poi le culture storiche ci determinano e ci deformano in base alle loro esigenze. L’antinomia è un progetto predatorio storico-politico dell’uomo, nel senso di creare mondi contrapposti per creare una forza di potere. Nel momento in cui tu hai un nemico hai bisogno di qualcuno che ti protegga ed è così che nasce il “divide et impera”. Di contro, ci sono delle categorie umane che non apparterrebbero a questo mondo se non fossero generate dalla distorsione culturale. Quando noi facciamo in una puntata “Integratori” contro “Bucatini” evidenziamo due mondi contrapposti che però già esistono. E così, quando impostiamo una sfida tra “Donne mature” e “Donne giovani”, non è una sfida a cavolo. Oggi le donne di 40 e 50 anni sono competitive sia esistenzialmente sia sessualmente con quelle di vent’anni. E anche “Normali” contro “Diversi” purtroppo è un’antinomia che esiste perché, invece di godere della meravigliosa diversità di ognuno di noi, ci sono persone che vivono il diverso come un pericolo e lo ghettizzano in recessi culturali dove vengono soppressi pure i diritti. Tutto quello che vedete, insomma, è la realtà contemporanea e antropologica che fa parte del nostro vivere quotidiano trasportata, ben inteso, su un binario ludico e faceto”.

Tiscali.it

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