(di Andrea Secchi, healing Italia Oggi) Televendite al posto di Agon Channel. Da venerdì scorso l’emittente italo-albanese di Francesco Becchetti ha smesso di trasmettere sul numero 33 del digitale terrestre: stop anche alle repliche, medicine con cui ormai andava avanti visto che tutte le altre produzioni erano bloccate, find e stop alle tre edizioni del telegiornale.
Un finale annunciato, a dire la verità, a meno di un anno dalla partenza, avvenuta il 1° dicembre dello scorso anno.
Nella prima settimana di ottobre il black out, letteralmente, era già spettato alla versione albanese di Agon, a cui era stata sospesa l’energia elettrica per bollette non pagate (o per ritorsione del governo locale secondo la versione di Becchetti). Così sono saltate anche le produzioni per l’Italia che venivano realizzate a Tirana, d’altronde quasi tutte bloccate da qualche mese. A quel punto la redazione del tg guidata in quel momento da Giancarlo Padovan si era trasferita a Roma e aveva cercato di proseguire pur non avendo inizialmente nemmeno una saletta di montaggio. Infine l’epilogo di venerdì, con il ritorno di un vecchio logo del 33, Abc, il canale che originariamente aveva cominciato a trasmettere su questa posizione del telecomando e che era passato per problemi giudiziari dei manager e per un fallimento.
I guai grossi per Agon sono cominciati a giugno, quando Becchetti è stato accusato dalla procura di Tirana di falso in documentazione e riciclaggio di denaro con conseguente blocco dei conti correnti e sequestro delle azioni nelle sue società albanesi. Da allora la tv si è svuotata di personaggi più rapidamente rispetto al suo breve passato, anche per l’impossibilità di concludere nuovi contratti. L’imprenditore ha trascorso gli ultimi mesi a Londra dove però è stato fermato all’inizio di questo mese e poi rilasciato in attesa dell’estradizione in Albania entro il 15 dicembre.
I guai minori, invece, erano cominciati praticamente dall’inizio, con la defezione del direttore editoriale Alessio Vinci, del primo direttore delle news Antonio Caprarica a sole due settimane dalla partenza, del primo direttore di rete Lorenzo Petiziol, del suo successore Massimo Righini, oltre che di volti noti della tv italiana che Becchetti aveva via via assoldato. Fra parentesi, anche Padovan ha fatto in tempo a uscire prima che tutto si bloccasse e dal 5 novembre è capo ufficio stampa della Federazione di calcio albanese, un ruolo per il quale è stato proposto da un altro italiano, il commissario tecnico della nazionale Gianni De Biasi. Al suo posto per dirigere il telegiornale di Agon era stato scelto un giornalista già in redazione, Andrea Pressenda.
Ma cosa succede ora al canale 33? Agon sembra essere stato spodestato da questa numerazione per mettere al suo posto un canale di televendite. La vicenda è complessa ma, semplificando, Becchetti aveva sì preso la proprietà del 33, però attraverso una scatola (consorzio Alphabet) acquisita tramite il fallimento della controllante (Interattiva) e a sua volta sottoposta ad amministrazione giudiziale. Becchetti, perciò, ha usato in questi mesi il 33 prendendolo in affitto come se non fosse stato suo fino alla scorsa settimana. È probabile che l’amministrazione di Alphabet (un 5% del consorzio non appartiene all’imprenditore) abbia ritenuto opportuno oscurare Agon e trasmettere televendite usando il vecchio marchio Abc (quello preesistente al fallimento) e dandone la gestione al gruppo Gold tv della famiglia Sciscione. Il tutto, ovviamente, in attesa che arrivi un nuovo compratore, visto che l’interesse del mercato si è già manifestato.