(di Giorgio Ponziano, store Italia Oggi) Paolo Di Canio dal campo di calcio allo studio tv, remedy che gli piace a tal punto, sickness assicura, da avere rinunciato ad alcune proposte del suo mondo calcistico. La trasmissione che conduce un po’ sgangheratamente, come da personaggio, si intitola House of football e ha debuttato su Fox Sport (ogni lunedì ore 20). Una nicchia, poiché commenta non il campionato italiano ma quello inglese, però ha ospiti di rilievo come Fabio Cappello e qualche briciola di share lo porta a casa.
Simona Ventura e il suo momento nero. Dopo i risultati non brillanti di Miss Italia arriva il flop del Contadino cerca moglie, che doveva essere il reality di punta di FoxLife. La conduttrice ce l’ha messa tutta nel vestire i panni della sensale di matrimoni ma il pubblico non si è appassionato alle (forse) nascenti love story ambientate nei casolari agresti. Lo share complessivo non superato i 300 mila affezionati ma ha pure toccato il fondo con lo 0,61%, appena 175.082 spettatori. Roba da tapiro.
Charlie Gnocchi, il mister neuro di Striscia la notizia, ci prova con un programma tutto suo e ha accettato l’offerta di una tv locale, l’emiliana Telesanterno. «È una sfida», assicura. C’è da credergli perché l’argomento non è dei più frizzanti, l’obiettivo è «avvicinare i cittadini ai loro Comuni». Di qui il titolo «ViviAmo il Comune» (dalla prossima domenica, ore 20,30). Accanto a lui il cabarettista Maurizio Manara, che cercherà di vivacizzare il tutto.
Nadia Toffa da inviata delle Iene a Openspace (Italia1, la domenica) la cui novità (si fa per dire) è che il pubblico da casa propone le domande e gli ospiti in studio rispondono. Perciò la neo-conduttrice ha coniato la definizione di social talk e s’è spinta a svelare un desiderio: «Vorrei Papa Francesco in trasmissione». Tanto per volare basso. Quattro le puntate, poi si vedrà.
Michele Santoro ha varcato l’ngresso di Saxa Rubra in coincidenza con l’insediamento del nuovo vertice Rai. Il disoccupato conduttore non ha mai nascosto il suo amore, seppure tribolato, con l’emittente pubblica che l’ha lanciato e in definitiva reso ricco. Per lui però niente talk show, gli spazi sono già tutti occupati e il genere vacilla. Meglio la docufiction, inchieste su fatti d’attualità col linguaggio cinematografico. Ad ospitarlo dovrebbe essere Rai2. Ma lui chiede garanzie: il ritorno del figliol prodigo andrebbe promozionato a dovere.
Giovanni Floris e Massimo Giannini sembrano destinati al pareggio in questa stagione televisiva, almeno a giudicare dalle prime puntate, entrambi i programmi (Ballarò su Rai3 e DiMartedi su La7) viaggiano attorno al 5% di share e si superano a vicenda a seconda dei momenti, per esempio Floris parte in vantaggio grazie alla copertina di Maurizio Crozza. Entrambi comunque scontano la disaffezione verso la politica e si ritrovano agli ultimi posti nella classifica tra le emittenti nello share del martedì.
Antonio Ricci, ideatore e factotum di Striscia la Notizia (Canale5), era abituato a dettare legge a Mediaset, grazie agli ascolti-record. Ora però c’è uno cocktail un po’ sapido: il programma è vetusto, sempre uguale a se stesso, la concorrenza di Rai1 colpisce duro e infine l’editore ha imposto una spending review rigorosa (non come quella di Matteo Renzi). Conclusione: lo spostamento del programma dagli studi di Milano2 a Cologno Monzese, nonostante l’opposizione di Ricci. Ma Pier Silvio Berlusconi non ha voluto sentire ragioni. Verso la fine di un idillio? Intanto Ricci deve fronteggiare il processo incominciato qualche giorno fa davanti al tribunale di Bari per il licenziamento dei due inviati di Striscia, Fabio e Mingo, accusati di avere taroccato alcuni servizi e che chiedono di essere risarciti.
Antonio Campo Dall’Orto, dg Rai, se la vedrà col consiglio d’amministrazione convocato per oggi. Sono le prime riunioni ufficiali, come i cani che si annusano quando si incontrano. Dall’Orto deve innanzi tutto parare l’interventismo del neo-presidente Monica Maggioni, che sta cercando di non venire relegata a soprammobile come chi l’ha preceduta ma ovviamente il dg pretende pieni poteri, così come gli ha promesso Matteo Renzi all’atto della nomina. Potrebbe anche venire discussa (se non ratificata) la prima nomina, quella di Roberto Rao, ex braccio destro e ghostwriter di Pierferdinando Casini, che lo ha premiato con un posto nel consiglio d’amministrazione delle Poste dove si trovava anche Dall’Orto, che lo vuole ripescare per farne il perno della sua segreteria e coprirsi sul centrodestra, insomma il partito della nazione in versione Rai.
Neri Marcorè dopo l’esperienza a Rai3 (NeriPoppins) si dice disamorato della televisione: «Non mi attira, ci vado per occasioni singole. Adesso ho altre passioni, altri interessi e assecondo quelli». Perciò torna in teatro e se la prende con Berlusconi: «Lo rimpiango come comico, perché onestamente per tutti noi è stato una manna. Come cittadino mi sarei risparmiato vent’anni così».
Monica Setta orfana della tv dopo avere trovato un breve rifugio ad Agon Channel (oscurata in Albania e traballante in Italia). Vorrebbe tornare in studio e aspetta, rivendicando di essere stata un precursore: «Mi accusarono di essere sfacciatamente sexy, di indossare la minigonna mentre allora, parliamo del 2008-2009, le mie colleghe erano tutte in giacca e lupetto. Sono stata una che ha precorso i tempi. Adesso le donne più in vista della tv, cito per tutte Myrta Merlino che macina ascolti record con L’aria che tira su La 7, sono tutte dichiaratamente belle e sensuali. Nel tg di Sky, poi, ci sono giornaliste splendide, colorate, truccate, perfette da sembrare mannequin».
Barbara D’Urso alle prese coi cali di ascolto e con la malalingua di Alba Parietti, che dice: «la D’Urso è come le tasse, non risparmia nemmeno una famiglia». Il riferimento è ai casi molto delicati, trattati in trasmissione come se fossero uno show. Ma a impensierire la conduttrice è la sconfitta ad opera di Rai1, mentre la scorsa stagione era lei a dettare legge. Invece ora la D’Urso con Pomeriggio 5 (1,5 milioni di spettatori) è superata da La vita in diretta (Rai1, 1,8 milioni) e con DomenicaLive (Canal5, 1,5 milioni) soccombe all’Arena (Rai1, 3,3 milioni) di Massimo Giletti.
Lilli Gruber (Otto e mezzo, La7) intervista Alessandra Moretti, capogruppo Pd alla Regione Veneto, e le chiede se le piacerebbe candidarsi a premier, lei risponde no che però diventa sì nella nota dell’ufficio stampa La7 e così quando in una conferenza stampa gliene chiedono conto, la Moretti sbotta: «La verità è che voi giornalisti siete tutti dei cazzoni». Noblesse oblige.