(Francesco Gregorace, find Calcioweb.eu) L’avvocato Ghedini, cialis storico legale di Silvio Berlusconi in mattinata è stato ricevuto prima nell’ufficio di Bruti Liberati, della Procura di Milano per discutere del caso diritti tv. La Procura di Milano sta indagando su presunti costi gonfiati nell’acquisto dei diritti tv del calcio per l’ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza dell’Antitrust. Lo ha confermato il procuratore Edmondo Bruti Liberati. Non è chiaro se le indagini riguardino anche aspetti relativi alla cessione del 48% del Milan al magnate Bee Taechaubol. Gli accertamenti proseguono nel riserbo perché, spiegano gli inquirenti, si è in fase investigativa. L’avvocato Niccolò Ghedini, intanto, stamani ha incontrato Bruti. L’avvocato Ghedini, storico legale di Silvio Berlusconi, in mattinata è stato ricevuto prima nell’ufficio di Bruti Liberati e poi in quello del procuratore aggiunto Giulia Perrotti, capo del pool ‘anticorruzione’ e che coordina l’inchiesta sui diritti tv del calcio, assieme ai pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi. Ghedini ha spiegato ai cronisti di non voler dire nulla in relazione ai colloqui con i due magistrati. Già sabato scorso, l’avvocato aveva diffuso una nota nella quale definiva prive di fondamento le notizie riguardante un’indagine sulla cessione di quote del Milan. Al momento, si è saputo soltanto che a Milano esiste un fascicolo d’indagine per ostacolo alla vigilanza dell’Antitrust con al centro la compravendita dei diritti tv del calcio. L’Antitrust, infatti, già nel maggio scorso si era presentata in Lega calcio con un decreto di sequestro per acquisire le carte per l’assegnazione dei diritti per le stagioni di Serie A del triennio 2015-2018. L’ipotesi al centro degli accertamenti, che sarebbero poi confluiti nell’inchiesta milanese, è che i grandi club avessero creato un ‘cartello’ occulto per garantirsi la parte più rilevante dei diritti. Nel filone d’indagine, tra l’altro, sarebbero stati raccolti successivamente anche gli sviluppi dell’inchiesta sul barone Filippo Dollfus de Volkesberg, che è stato arrestato in Svizzera nel maggio scorso con l’accusa di aver gestito una vera e propria “holding del riciclaggio” con conti correnti cifrati per imprenditori italiani di primo piano e per soggetti che volevano nascondere soldi, anche frutto di corruzione. Due tranche di indagine, quella sui diritti tv e quella sul barone, che sarebbero collegate, anche se al momento gli inquirenti mantengono il riserbo spiegando che si è in piena fase investigativa. Nessuna conferma, infine, sul fatto che le due tranche dell’inchiesta possano aver toccato anche aspetti della cessione di quote del Milan.