ILARIA D’AMICO: «LA MATERNITÀ? STAVOLTA ME LA PRENDO»

ILARIA D’AMICO: «LA MATERNITÀ? STAVOLTA ME LA PRENDO»

ilaria d'amico(Sara Faillaci, sovaldi Vanity Fair) Ci sarà un momento surreale, cialis in questa intervista. Succederà quando Ilaria D’Amico, purchase al quinto mese di gravidanza, si alzerà dal nostro tavolo per salutare e abbracciare Michelle Hunziker, di passaggio lì per caso, diretta al parco con le figlie piccole, Celeste in marsupio e Sole in passeggino. Una schiera di paparazzi ci accerchierà, dando il via alla più impressionante sequenza di clic a cui io abbia mai assistito. E, a ripensarci, c’è da capirli: non capita tutti i giorni di mettere insieme nella stessa inquadratura due donne famose e in carriera, colte nella veste privata di mamme. Di questo, tra l’altro, si stava parlando in quel momento con Ilaria D’Amico: di donne, lavoro e maternità, e del caso dell’americana Marissa Mayer, amministratore delegato di Yahoo!, al centro di una polemica dopo il recente annuncio di non voler andare in congedo quando, a dicembre, partorirà due gemelle. Anche Ilaria e Michelle, infatti, sono state bersaglio di critiche quando hanno ripreso a lavorare a poche settimane dal parto. Critiche che per assurdo vengono, in gran parte, proprio da altre donne.

La prima volta che la intervistai, nove anni fa per una storia di copertina di Vanity Fair, Ilaria D’Amico era poco più che trentenne, e già affermata conduttrice di Sky Calcio Show. Mi raccontò un sogno strano, soprattutto considerato che all’epoca era single: nel sogno scopriva di essere incinta al nono mese senza essersene accorta prima e, nel terrore che il suo datore di lavoro la sospettasse di aver firmato il contratto in malafede, rinunciava alla Tv per fare la mamma a tempo pieno.
Nell’intervista diceva che, tra lavoro e figli, avrebbe scelto i figli, e che la sua paura più grande era da sempre quella di non poterne avere. Diventò mamma di Pietro quattro anni dopo, nel 2010. A poche settimane dal parto, già conduceva su Sky gli speciali per il Mondiale di calcio. Due anni più tardi, in un’altra intervista, mi avrebbe raccontato delle sue notti in bianco, e dell’ufficio volante che aveva messo in piedi nel bar di fianco all’asilo nido. A ogni nostro incontro l’ho trovata bellissima e perfetta, ma oggi, con il secondo figlio nella pancia, è in un particolare stato di grazia. L’abito lungo prémaman, fiori su sfondo bianco, fa ancora più effetto addosso a lei, che di norma veste di nero e porta i tacchi a spillo.

Mi racconta di questi due anni complicati, in cui molte cose della sua vita sono cambiate: è finito l’amore con il padre del suo primo figlio, l’imprenditore Rocco Attisani, ed è iniziato quello con Gigi Buffon, il portiere della Juventus, che aveva già una famiglia alle spalle, due figli, e adesso diventerà padre del suo secondo bambino. Ma soprattutto, penso mentre parliamo, è cambiata lei.

Farà la maternità questa volta?
«Lavorerò fino all’ottavo mese, ma dopo ho intenzione di prendermi una pausa lunga, almeno sei mesi. Sento che questa è la mia priorità: ho bisogno di un tempo più lento per essere madre. Perché vivo una maternità più adulta, perché è la seconda, con una famiglia allargata che ha bisogno di essere coccolata in maniera più accorta, e perché quel piacere per la prima gravidanza me lo sono negato».
Perché se l’era negato?
«Sono stata Marissa anch’io, cinque anni fa: psicologicamente, e per scelta. Lavoravo per due aziende, Sky e La7, che non hanno mai esercitato nessun tipo di pressione da questo punto di vista, lasciando a me la scelta. Una fortuna che purtroppo capita di rado alle donne. In me hanno prevalso il senso di riconoscenza e l’attaccamento al lavoro. Non volevo che Sky – ma si trattava di una bella occasione anche per me – rinunciasse alla mia presenza per il Mondiale, che per un giornalista che si occupa di calcio è in assoluto l’evento più importante. Soprattutto, non volevo che fosse staccata la spina alla redazione di trenta persone che lavorava con me a La7 per Exit. C’era anche l’incoscienza del primo figlio: ero stata bene in gravidanza, non pensavo che dopo il parto ci sarebbe stato il contraccolpo». (…)

Sposerebbe Buffon?
«Non è mai stato un tema tra noi, mentre un figlio lo è stato da subito».
E se lui glielo chiedesse?
«Penso sia sempre un fantastico momento romantico nella vita di una coppia che si ama. Ma il mio sì dovrebbe sudarselo».

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