Quando nel 2019 Quentin Tarantino fece uscire “C’era una volta a… Hollywood“, si scatenò una serie di polemiche divisive per una rappresentazione controversa del mitico attore e artista marziale Bruce Lee, scomparso il 20 luglio 1973 all’età di soli 32 anni.
Nel film c’è una sequenza dove il personaggio dello stuntman Cliff Booth, a cui presta il volto Brad Pitt, sfida sul set di “The Green Hornet” Bruce Lee, interpretato da Mike Moh. Il personaggio di Lee viene mostrato come arrogante e spavaldo, e viene battuto facilmente da Booth, che lo scaraventa contro il fianco di un’auto.
Questa rappresentazione non è mai andata a giù alla figlia Shannon Lee, che nelle interviste rilasciate all’epoca la condannò fortemente. Recentemente, è tornata sull’argomento e ha affermato di non aver compreso a pieno la ragione di questa scelta creativa da parte di Tarantino: «Non l’ho mai incontrato. Non so quali problemi abbia con mio padre. Chiaramente, pensa che mio padre sia forte, perché da lui ha sempre preso molti spunti. Ma allo stesso tempo, penso che gli siano state raccontate molte storie da persone che lo hanno incontrato e che hanno avuto una reazione negativa. Magari alcune di queste persone lo hanno trovato eccessivamente sicuro di sé o arrogante. Devo dire, nella mia esperienza, che si tratta di storie raccontate per lo più da uomini bianchi. Penso che a Quentin siano state raccontate molte di quelle storie e che abbia finito per crederci. Penso che molte persone abbiano considerato mio padre come un tipo presuntuoso.»
Shannon Lee prosegue: «È un peccato perché (C’era una volta a… Hollywood, ndr.) ha dato il via a questa narrazione che ha spinto alcune persone a dire “Oh, Bruce Lee era uno st*****.” Guarda, tutti possono essere degli st****i a volte. Posso essere arrogante e arrabbiata nella mia vita – ma posso dire che questo mi descriva appieno? No, mio padre generalmente non era così. Era estremamente passionale e deciso.»
Il regista di Pulp Fiction si è sempre difeso dalle accuse, ribadendo come la star fosse “sicura di sé” e che comunque si trattava di un’opera fittizia. Parole non gradite dalla Lee: «Potrebbe stare zitto. Sarebbe davvero un piacere. Oppure poteva scusarsi o dire, “Non so davvero come fosse Bruce Lee. L’ho scritto in questo modo solo per il mio film, e non dovrebbe essere preso come una rappresentazione fedele.”»