VENEZIA S’ILLUMINA CON ‘LA LA LAND’. EMMA STONE: “UN FILM FATTO DI EMOZIONI, QUELLE CHE AIUTANO A REALIZZARE I SOGNI”

VENEZIA S’ILLUMINA CON ‘LA LA LAND’. EMMA STONE: “UN FILM FATTO DI EMOZIONI, QUELLE CHE AIUTANO A REALIZZARE I SOGNI”

Accoglienza positiva per il musical di Damien Chazelle che apre la Mostra e rilancia il genere. “Oggi più che mai abbiamo bisogno di amore e speranza”

emma stoneIl tip tap alla Gene Kelly, la storia d’amore, il jazz e i tormenti come in New York, New York, l’atmosfera sognante di Les parapluies de Cherbourg. C’è tutto questo e molto altro nella grande scommessa di Damien Chazelle che a 31 anni e al terzo film apre la Mostra con un musical, La La Land, che è allo stesso tempo un omaggio al genere e un tentativo di rifondarlo. “E’ un grande onore essere qui, un sogno che si realizza – ha voluto dire Chazelle all’incontro con i cronisti e i critici che lo hanno molto applaudito in sala e in conferenza stampa – amo il cinema, la cultura e il cibo italiano, sono venuto una settimana prima per festeggiare ma mentre ero qui ho saputo del terremoto, siamo profondamente colpiti da questa tragedia”. Il cordoglio del regista è in linea con l’inaugurazione, sobria, voluta dal direttore Barbera e dal presidente Baratta, un’apertura con tappeto rosso ma senza cena e party sulla spiaggia, con un film che fa pensare e sognare. Nelle sale italiane dal 26 gennaio.
Ne è convinto anche Damien Chazelle che dice: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di amore e speranza sul grande schermo. I film sono il linguaggio dei nostri sogni e il musical è il mezzo ideale per esprimere le emozioni, violando le regole della credibilità con una canzone”. Chazelle aveva in mente da tempo questa sfida, da quando per la sua tesi di laurea a Harvard, nel 2009, aveva realizzato il suo primo film, Guy and Madeline on a Park Bench, sorta di rivisitazione dei musical MGM in bianco e nero e a basso budget, una storia d’amore con canzoni e balli proprio come La La Land. “Ci siamo chiesti come si potesse fare un musical moderno ai nostri giorni, la risposta è stata partire dalle emozioni, prendere la magia dei film con i quali siamo cresciuti e radicarli nella Los Angeles dei giorni nostri, una città epica perfetta per essere mostrata in wide screen, che abbiamo voluto raccontare prendendo in giro i suoi cliché (il traffico, i party spaventosi), mettendo in luce il senso di solitudine che può infondere, ma anche raccontandone la capacità di trasformare in realtà i sogni più irrealistici”.
Qui i sognatori sono Mia e Sebastian. Lei (Emma Stone, che si candida con questo ruolo alla Coppa Volpi e anche all’Oscar) è un’aspirante attrice che serve cappuccini alle star tra un provino e l’altro. Lui (Ryan Gosling, assente giustificato al Lido perché impegnato sul set di Blade Runner 2) è un pianista jazz che vorrebbe aprire un suo club, ma tira a campare suonando una musica che non ama. Il film è lucido quando descrive la lotta dell’artista diviso fra la determinazione per avere successo, i compromessi con i quali deve fare i conti, l’amore cui talvolta si finisce per rinunciare. “Damien e io abbiamo parlato molto delle cose che mi sono capitate da quando sono arrivata a Los Angeles a 15 anni – dice la Stone, un’adolescenza passata sui palchi dell’Arizona, in musical come Cenerentola e Alice nel paese delle meraviglie prima di fare il salto a Hollywood – ho una lunga storia di umiliazioni ai provini e alcuni dei miei peggiori ricordi li ho portati nel film, come quando a 16 anni mi urlarono dietro perché leggevo un lungo monologo dal copione. Damien è stato capace di fare un film che invita i giovani a rifiutare il cinismo e a credere ancora ai propri sogni, il film è un’esortazione a vedere i propri obiettivi con gioia e a lavorare duro per realizzarli. Quel che mi piace del mio personaggio è la sua forza, non so se di fronte alle sue delusioni avrei avuto il suo stesso coraggio”.
C’è nostalgia, ma anche ironia quando la suoneria di un cellulare interrompe la magia di una canzone o un congegno per l’apertura automatica di un’auto toglie poesia a una scena romantica. Emma Stone, che aveva dalla sua l’esperienza dei musical ma anche lo show Cabaret a Broadway, ha comunque passato due mesi e mezzo insieme alla coreografa Mandy Moore a lezione di danza, canto e incidendo la maggior parte dei brani a eccezione di Audition e City of Stars, registrate dal vivo perché “la performance dal vivo aggiunge qualcosa – dice l’attrice – anche se la voce si incrina un po’ o sei un po’ stonato, qualcosa di insostituibile”. Il loro primo incontro/scontro, in un ingorgo sull’autostrada di Los Angeles, un numero di apertura straordinario (Traffic) che è già stato definito “un chorus line” di automobili per la sfida che ha comportato a livello di produzione con decine di danzatori sulle auto a una temperatura di 38 gradi.
Gosling – Stone sono una coppia brillante, il regista li definisce “qualcosa di effervescente, frizzante, come champagne sullo schermo”. Insieme hanno girato altri due film, la commedia Crazy stupid love, il cui provino a due per la scena del “remake del volo di Dirty Dancing” rimane per Emma un ricordo unico, e Gangster Squad. “C’è stata comprensione immediata tra Ryan e Emma – racconta Chazelle – ci volevano attori come loro per portare questa storia nella vita reale e renderla umana”. Da parte sua la Stone ha parole di grande affetto per il suo partner, “stare sul set con Ryan che è il mio amico, che è un vero compagno, è stato bello. Lavorare con qualcuno che rispetti come collega e come essere umano è impagabile. Sapevo che era capace di cantare e ballare ma abbiamo dovuto imparare a ballare insieme e lui è stato in gamba, mi ha saputo guidare”.
Nel cast un ruolo importante lo ha anche il dieci volte premio Grammy John Legend, qui al suo primo ruolo importante che nel film interpreta un musicista che chiede a Sebastian di entrare nella sua nuova band, i Messangers, allontanandolo da Mia. Il musicista che Variety mette nella lista dei dieci attori emergenti da tenere d’occhio è stato coinvolto anche nella realizzazione della colonna sonora dell’amico di vecchia data del regista Justin Hurwitz ed è coautore del brano Start a fire dei Messangers. Nel film c’è anche uno spassoso cameo del premio Oscar, grazie a Gazelle, J. K. Simmons che dopo essere stato l’integerrimo insegnante di batteria jazz in Whiplash qui è il boss di Sebastien che odia il free jazz e lo obbliga a brani di puro intrattenimento nel locale che gestisce.

Repubblica

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