Twin Peaks, la vera storia del delitto mai risolto che ha ispirato la serie tv

Twin Peaks, la vera storia del delitto mai risolto che ha ispirato la serie tv

Un delitto mai risolto e troppo facilmente dimenticato, fino a quando Mark Frost, negli anni ’80, non decise di collaborare a un nuovo progetto insieme a David Lynch. A volte basta il successo di una serie tv per far ricordare a un intero popolo un crimine senza ragioni né colpevoli e gettato troppo in fretta nell’oblio, forse anche per imbarazzo. Forse non tutti sanno che la saga di Twin Peaks, recentemente tornata dopo 25 anni con una nuova stagione, è ispirata ad un omicidio realmente accaduto più di un secolo fa. A spiegare la vicenda, con un’attenta ricostruzione, è il Washington Post. Era il 7 luglio 1908 quando la ventenne Hazel Irene Drew, bionda e con occhi azzurri, stava passeggiando e raccogliendo more lungo la Taborton Road, nei pressi di Sand Lake, nello stato di New York. Gli ultimi a vederla viva furono Frank Smith, un giovane contadino con cui si frequentava e Rudolph Gundrum, un venditore ambulante di carbone col vizio del bere. La zona, oggi come allora, era immersa nella natura incontaminata, tra vere e proprie foreste e torrenti molto ambiti da cacciatori, pescatori e campeggiatori.

Il corpo di Hazel Irene Drew fu rinvenuto sulle rive di uno stagno, quattro giorni dopo. Il corpo era così gonfio e rovinato dall’acqua che la ragazza fu riconosciuta solo grazie ai vestiti. A ucciderla era stato un colpo alla testa, effettuato con un oggetto contundente sconosciuto. L’omicidio era evidente ma di non facile soluzione, considerando la tecnologia disponibile all’epoca per la scienza forense. Le indagini si concentrarono sulle possibili relazioni passionali avute da Hazel, anche se i familiari e gli amici, almeno inizialmente, negarono queste ipotesi. La loro tesi fu smentita dal ritrovamento di lettere che Hazel scambiava con uomini anche molto più grandi di lei, in cui confessava desideri e proponeva incontri clandestini. Poco dopo fu scoperto anche che la mattina dell’omicidio Hazel si era licenziata dal lavoro senza dare una precisa ragione al suo capo.

In quei giorni frenetici, ogni giorno comparivano nuovi sospettati. Frank Smith fu il principale di questi, perché si era invaghito della ragazza e perché in un interrogatorio si era contraddetto, ma non l’unico. William Taylor, lo zio di Smith, era un dentista sposato ma aveva corteggiato Hazel e finì nel mirino degli inquirenti così come un macchinista di treni e un milionario di Albany, Henry Kramroth, proprietario di una struttura alberghiera e un locale dove, si diceva, accadevano strani raduni con orge segrete. Ai fan di Twin Peaks tutto questo risulterà probabilmente molto familiare. Alcuni residenti avevano anche affermato di aver sentito delle urla provenire dalla struttura di proprietà di Kramroth la notte dell’omicidio. Ad ogni modo, non furono solo impedimenti tecnici ma anche un volontario lassismo a pregiudicare in maniera decisiva le indagini: all’epoca, l’omicidio di una donna, specialmente di classe sociale bassa come era Hazel, era considerato quasi irrilevante e specialmente nei piccoli centri regnava l’omertà. Questo portò in breve tempo a chiudere le indagini per mancanza di prove e a coprire una brutta storia per non gettare veleno all’interno di una comunità.

Torniamo a Mark Frost, co-autore di Twin Peaks. La sua nonna materna, Betty Calhoun, che viveva a Taborton, gli aveva raccontato durante le vacanze estive dell’infanzia diverse storie della tradizione locale. Tra queste, anche quella dell’omicidio misterioso di Hazel, condita da nuovi elementi come spiriti e fantasmi; una sorta di monito per i bambini della zona affinché non si avventurassero a giocare nel bosco di notte. Forse anche grazie alla fantasia di nonna Betty, Mark Frost divenne poi uno scrittore, sceneggiatore e autore televisivo di successo. Fu però grazie a Twin Peaks che Frost ottenne, insieme a David Lynch, una fama planetaria. Tutto nacque durante un incontro in una caffetteria di Los Angeles tra Frost e Lynch: i due si scambiarono racconti, compreso quello di Hazel. Gli elementi descritti, come il delitto mai risolto e gli intrecci tra i sospettati, provenienti da ogni estrazione sociale e culturale, piacquero molto a Lynch. Non è difficile, d’altronde, rivedere in Frank Smith il personaggio di Bobby Briggs o in Harry Kramroth quello di Benjamin Horne. Sand Lake, come Twin Peaks, si trova in una zona incontaminata e trae la propria ricchezza dalle risorse naturali, grazie alla presenza di industrie del legno. Le vaste foreste sono costituite da olmi, querce e aceri e si sviluppano in mezzo alle montagne in un luogo dove il clima generalmente è molto grigio.

Crescere in quel paesino, per Mark Frost, fu fonte di grande ispirazione. Tra le tante storie che la nonna gli raccontava non mancavano storie esoteriche e soprannaturali. Un medico, ad esempio, curava animali malati ma pretendeva di farlo da solo, e si vociferava che lo facesse con la magia nera. Un’altra leggenda parla di donne che corrono seminude sulla montagna che domina Taborton. Una storia decisamente vera, invece, è quella che accadde poco dopo l’omicidio di Hazel: due uomini del posto, ubriachi, scambiarono un vitello disperato dopo essere rimasto intrappolato nel fango per il fantasma della ragazza. L’assassino di Laura Palmer fu rivelato a metà della seconda stagione di Twin Peaks; quello di Hazel Drew, invece, non è mai stato risolto. La scienza forense era ancora agli albori e la società non vedeva di buon occhio le vittime femminili. Non aiutò molto neanche il comportamento della zia di Hazel, Minnie Taylor, che fu l’ultima parente a vederla viva. La donna si rifiutava di collaborare con la polizia e invitava i conoscenti della nipote a fare altrettanto. Solo l’ennesimo dei tantissimi elementi sospetti e misteri che circondano il delitto di Sand Lake.

Il Mattino

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