L’11 e il 18 febbraio i due nuovi episodi Che dirà Salvini degli stranieri accolti a Vigata?
Per festeggiare i vent’anni di grandi successi televisivi, non poteva esserci di meglio, per il commissario Montalbano, che calarsi nella realtà più tragica del momento: l’immigrazione.
Nel primo episodio della nuova stagione, intitolato L’altro capo del filo, che andrà in onda lunedì 11 febbraio, il poliziotto siciliano più amato al mondo dovrà infatti affrontare uno sbarco di immigrati proprio sulle spiagge della sua Vigata. Non che Luca Zingaretti si faccia troppo distrarre dai suoi doveri di poliziotto di provincia a causa «dell’invasione straniera», come farebbe un Matteo Salvini qualunque. Il commissario senza macchia li fa sbarcare con ordine (pure Catarella si intenerisce e lascia il centralino per aiutare come può), trova loro una sistemazione e fa arrestare gli «schifosi» scafisti. Ma non si dimentica di occuparsi del consueto omicidio locale. A Vigata, si sa, ammazzano più gente che a Bogotà. Stavolta la povera vittima è una giovane e vitale sarta… Insomma, anche i fan di Salvini (forse) non troveranno molto da ridire sulla «politica dell’accoglienza» di Zingaretti (l’attore, non il fratello Nicola, presidente della regione Lazio). Ma, di questi tempi, non si sa mai, la polemica è sempre in agguato.
In ogni caso, a seguire le ultime avventure del commissario su Raiuno ci saranno come al solito molti milioni di italiani: è la serie più vista degli ultimi decenni, ha battuto ogni record ed è anche uno dei pochi prodotti della tv italiana richiesti all’estero. E lo stesso faranno il lunedì successivo, 18 febbraio, nel secondo nuovo episodio, che è tratto da due racconti di Andrea Camilleri, Un diario del ’43 e Being here (dalla raccolta Un mese con Montalbano del 1998). Qui si fa un salto indietro nella storia, a fatti accaduti oltre 70 anni fa, legati allo sbarco americano in Sicilia nel 1943 che diede il via alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Milioni di spettatori per festeggiare il programma tv italiano più nazionalpopolare dopo Sanremo (e infatti va in onda subito dopo) e per ricordare i vent’anni della serie nata dalla penna di Camilleri: era il 1999 quando andò in onda il primo episodio, Il ladro di merendine. Da allora, i fan attendono con ansia ogni nuova stagione.
Nel frattempo il commissario è cambiato molto: sempre integerrimo moralmente, è passato a interpretare la legge a modo suo, accomodando il codice penale alle situazioni «contingenti», a una giustizia da «buon padre di famiglia» piuttosto che da uomo di legge. Eterno fidanzato di Livia, si è lasciato andare ai dubbi della maturità e ai richiami passionali di giovani fanciulle. Ma non ha mai perso l’ironia, la voglia di scherzare, gli scoppi d’ira se gli rompono «i cabbasisi», le nuotate all’alba tra le onde, l’appetito, l’amore per i cannoli e le prelibatezze culinarie della sua «tata» Adelina. Sullo sfondo i meravigliosi paesaggi della Sicilia del Barocco, i sapori dei limoni e del pesce appena pescato. E chissenefrega se le trame a volte sono così complicate, così intrecciate che uno perde il filo. Tanto poi alla fine il colpevole lo si capisce, anche se sfugge qualche movente o qualche prova della colpevolezza. Chissenefrega se alcuni personaggi sono macchiette al limite del sopportabile, dei pupazzi, anzi dei pupi, da chiudere in un baule: sono caricature, iperboli, personaggi surreali, come è nello stile di tutta la produzione di Camilleri. Chissenefrega se, ogni tanto, la concentrazione di «gnocca» potrebbe far girare la testa a un esercito di soldati e non solo agli uomini del Commissariato di Vigata, Cesare Bocci-Mimì Augello in testa.
Dunque, godiamoci i due nuovi appuntamenti televisivi e magari facciamo anche un salto in libreria per rileggere gli originali (25 milioni di copie vendute!).
Laura Rio, il Giornale