Pingu, addio plastilina: diventa giapponese ma parla ancora “pinguinese”

Pingu, addio plastilina: diventa giapponese ma parla ancora “pinguinese”

Dal 31 dicembre su Cartoonito le nuove avventure del pinguino nato nel 1990 che si esprimeva con un linguaggio comprensibile a tutti inventato da Carlo Bonomi

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Con il suo mondo tra i ghiacci di plastilina e il linguaggio comprensibile a tutti, dopo oltre 30 anni Pingu è ancora famoso tra i bambini delle vecchie e nuove generazioni. Il simpatico pinguino con i suoi borbottii torna ora in una nuova serie di avventure realizzate in Giappone in grafica 3D replicando la tecnica originale in Claymation: Pingu in città (Pingu in the city), in onda su Cartoonito dal 31 dicembre, tutti i giorni alle 18. In questi nuovi episodi Pingu ha lasciato gli igloo al polo sud e si è trasferito con la famiglia in una grande città imbiancata di neve e ghiaccio. Il piccolo pinguino scivola sul monopattino, gioca a calcio e a curling, diventa pompiere, cuoco, carpentiere, incontra nuovi amici e combina guai.

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La serie animata di Pingu ha debuttato sul piccolo schermo nel 1990. Scritta da Jean Pierre Terrible e animata dal regista tedesco Otmar Gutmann, la serie è stata realizzata in Svizzera usando la Claymation: i personaggi e gli ambienti in plastilina sono fotografati in sequenza, modificando la posizione in ogni scatto. La tecnica è particolarmente laboriosa, tra gli autori più noti c’è il britannico Nick Park che con la Aardman Animation ha realizzato i corti e i film con Wallace & Gromit oltre alla serie tv Shaun vita da pecora. In Italia il personaggio di Pingu è stato preceduto da Mio Mao, la serie ideata nel 1974 da Francesco Misseri (poi ripresa negli anni 2000) che ha per protagonisti due gattini, uno bianco e uno rosso, che si esprimono con suoni onomatopeici, rendendo il programma comprensibile a tutti.

La serie animata Pingu, trasmessa in tutto il mondo, racconta le vicende di una famiglia di pinguini che vive in un igloo al polo sud composta da Pingu, dalla sorellina Pinga e dai loro genitori. Il papà è un postino che consegna pacchi con la motoslitta e fuma spesso la pipa. La madre rimane a casa ma è aiutata dal marito nelle faccende domestiche. Il migliore amico di Pingu è Robby, una foca. Una delle ragioni del successo internazionale di Pingu è la mancanza di qualsiasi dialogo verbale. I protagonisti parlano il “pinguinese”, un grammelot incomprensibile interpretato nelle prime stagioni dal doppiatore Carlo Bonomi e in seguito da Marcello Magni e David Sant. Bonomi (che ha dato la voce a La linea e ad altri spot di Carosello), doppia tutti i personaggi usando linguaggi di sua invenzione ottenuti imitando rumori, suoni e assonanze con varie lingue.

Negli anni 90 vengono realizzate quattro stagioni da 26 episodi della durata di cinque minuti l’uno. Tra il 2004 e il 2006 la Bbc produce altre due stagioni con 52 episodi. La sigla nelle prime stagioni è un jingle strumentale ideato dagli autori, dal 1993 viene sostituita con Pingu Dance, cantata da David Hasselhoff, attore e cantante americano noto per le serie tv Supercar e Baywatch.

Arriva ora il sequel Pingu in the City in cui Pingu si trasferisce con la famiglia in una città dove incontra nuovi personaggi. La serie è realizzata dallo studio Polygon che ha replicato l’effetto claymation usando la Cgi. La serie è diretta da Naomi Iwata, gli autori sono Kimiko Ueno e Shinegori Tabate, le musiche sono di Ken Arai. Le voci sono affidate a Ryota Iwasaki Fumiya Tanaka che si sono ispirati allo stile originale di Carlo Bonomi, Marcello Magni e David Sant.

Repubblica.it

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