Premio Oscar nel 2011, presenta “Novitiate” e racconta il suo personaggio nella serie “I’m dying up here” in onda dal 3 gennaio su Sky Atlantic: “Goldie, comica complessa e sfaccettata”
“Interpreto una donna complicata, una donna dalle mille sfaccettature”. Melissa Leo guarda verso il mare in burrasca, che spazza il golfo di Napoli, e si racconta cominciando dalla nuova serie prodotta da Jim Carrey, che in Italia approda dal 3 gennaio su Sky Atlantic. Si chiama “I’m dying up here” ed è ambientata nella Los Angeles degli anni Settanta. Lei, la bionda Goldie, fa parte di una squadra di comici a caccia del successo.
E Melissa Leo, già premio Oscar nel 2011 come miglior attrice non protagonista in “The fighter”, anticipa al pubblico italiano: “La serie mostra la dura vita degli artisti, quando l’umorismo fa spazio al dramma. La scrittura è ottima, a breve inizieremo i lavori per la seconda stagione: sono orgogliosa di far parte di questo gruppo”. Nel cast, anche Ari Graynor, Michael Angarano, Clark Duke, Andrew Santino, EriK Griffin, Al Madrigal e Jake Lacy: la serie si ispira all’omonimo romanzo bestseller scritto da William Knoedelseder.
Ma a Capri, dove Hollywood si intreccia – al solito – con il meglio del “made in Italy” – la Leo viene premiata soprattutto per la sua interpretazione in “Novitiate”, proiettato in anteprima europea: l’interpretazione di una suora di clausura potrebbe valerle la candidatura agli Oscar e la corsa alla seconda statuetta, anche se lei vola basso: “Il film ha delle imperfezioni, forse perché la regista (Margaret Betts, ndr) è debuttante, ci sono delle scene di sesso tra suore che possono risultare troppo forti. Ho vinto il mio primo Oscar (ma era in nomination come migliore attrice per “Frozen”, ndr) grazie a un regista come O. Russell, ricordo che anche quell’anno ero stata premiata qui a Capri, qualche somiglianza tra i due personaggi però c’è: non sono più giovani, hanno un ruolo collaterale ma muovono la storia. E poi sono due esseri orribili, nessuna donna è realmente così”.
Ancorché evidentemente condizionate dal maltempo, le atmosfere di Napoli e del golfo le suggeriscono “di rincorrere l’idea che i miei avi siano immigrati del sud Italia”. Famiglia di origine tedesca, un figlio – John Matthew – che studia arte a Francoforte e la accompagna nell’avventura caprese, Melissa Leo è anche membro dell’Academy. Un ruolo che la gratifica, eccome: “Ho un mio metodo quando devo affrontare enormi pile di dvd. Mi tuffo nei film senza neppure sapere chi è il regista e da che paese viene. Sono felice che si sia ampliata la platea dei votanti anche per la scelta del film straniero”. E sull’Italia: “Avrei tantissima voglia di girare qui in Italia ma non chiedetemi di fare nomi di registi perché non ne conosco, leggo poco anche i giornali”. Infine, sul caso Weinstein: “Un problema molto complesso, bisogna misurare le parole per non essere equivocati, certo ci sono state negli ultimi tempi tante donne coraggiose che si sono esposte, ma mi sono chiesta perché non l’abbiano fatto prima, poi mi sono data una risposta e le ho capite. In certe situazioni purtroppo ci siano trovate tutte. L’importante è dire sempre la verità”.
Pasquale Raicaldo, Repubblica.it