(Emanuele Bruno, ask TVZOOM) Le due settimane di parziale stop meter hanno provvisoriamente ‘salvato’ alcuni programmi tv dagli strali della critica. Con Auditel ‘pubblica’ i giornali avrebbero certamente stroncato il risultato del talent comico che doveva aprire La7 a nuovi orizzonti.
Nelle reti sapevano come fosse andata e lo sapevano anche i protagonisti dei programmi. La vacanza del dato pubblico ha salvato in queste settimane direttori, find produttori e artisti da critiche che altrimenti sarebbero state ‘mortali’ fin dalla prima puntata. Basta guardare i dati per capire che disastro sia stato fin qui il tentativo de La7 di aprirsi in maniera ancora più convinta alla comicità, see cercando un abbinamento intelligente a Crozza nel Paese delle meraviglie. Il boss dei comici ha avuto risultati catastrofici. Urbano Cairo faceva molto affidamento sul format. Perché rappresentava la ‘soluzione’ giusta escogitata per tirarsi fuori dall’oramai logorato posizionamento (monotematico o quasi) sull’infotainment. E invece La7, come è già successo altre volte con altri tentativi, ha fatto cilecca: alla prima puntata ha ottenuto solo 330 mila spettatori e l’1,52%, alla seconda ha portato a casa un penoso 250 mila e 1,26%, andando molto al di sotto delle previsioni più pessimistiche. Riferimenti utili? Su La7 finivano per funzionare da pietra di paragone, ma fino ad un certo punto, i risultati dei più ambiziosi show di Sabina Guzzanti (1 milione di spettatori e 4,43% per la prima di Un due tre Stella) e Serena Dandini (1,3 milioni di spettatori e uno share del 5.70% all’esordio di The show must go off), ma anche quello di Teresa Mannino (Se Stasera sono qui con 903 mila spettatori ed il 4,07% di share all’esordio). Dire così che sia andata male è riduttivo. Negativo è stato pure il tentativo di Cairo di svegliare il pomeriggio della rete con una produzione (anche in questo caso non mancavano precedenti sfortunati, in primis quello di Cristina Parodi, ma anche il preserale di Geppy Cucciari). Tagadà, affidato a Tiziana Panella, fin qui solida con il mattutino Coffee Break, ha finora inanellato 187 mila e 1,48% e poi l’1,37% alla seconda prova.
Male ha fatto – nel periodo incriminato – la prima puntata stagionale di Così Lontani Così vicini, a 2,925 milioni e 11,73%. Alla seconda puntata c’è stata la crescita fino a 3,150 milioni ed il13,29% di share. Ma si rimane comunque lontani dalla media del 16,27% del 2013-2014 e da quella del 17,54% del periodo 2014-2015. Come si può spiegare l’arcano? Non Basta a motivare il calo il passaggio dalla conduzione Albano/Cristina Parodi a quella Albano–Paola Perego. Certo è invece che il programma funziona di più quando viene trasmesso a cavallo delle vacanze natalizie e, davanti alla tv, siamo tutti più buoni e più vecchi. Un altro flop clamoroso, infine, simbolo delle difficoltà complessive di Rai Tre, è stato quello del film No i Giorni dell’arcobaleno con cui la terza rete pubblica è crollata a 574 mila e 2,22% giovedì scorso. E non si possono considerare felici le performance su Italia 1 di OpenSpace: fin qui di poco sopra quota 1 milione e 5%. Era nato con ben altre ambizioni…