Sarà il regista Marco Tullio Giordana, autore di cult come “La meglio gioventù” e “I cento passi”, a ricevere il Premio Marzocco alla carriera alla 42ma edizione di ValdarnoCinema Film Festival, in programma dall’8 al 12 ottobre a San Giovanni Valdarno (Arezzo). Il regista torna al festival (dove era stato quasi 30 anni fa, nel 1995, per “Pasolini – Un delitto italiano”) per presentare al pubblico il suo ultimo lavoro, “La vita accanto” (la sera dell’11 ottobre), dramma borghese raffinato e dai toni dark, ambientato nella Vicenza degli anni ’80-’90 e ricevere il premio alla carriera (ore 21 presso Cinema Teatro Masaccio).
Il festival, il cui comitato organizzatore è presieduto da Luigi Nepi, docente di critica cinematografica all’Università di Firenze, si svolge con la collaborazione del Comune di San Giovanni Valdarno e del Cineclub Fedic sangiovannese, con il patrocinio e il supporto della Regione Toscana e di Fondazione Sistema Toscana. La direzione artistica è affidata a Marco Luceri, responsabile cinema Giunti-Odeon, critico cinematografico e coordinatore del gruppo toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
Conosciuto come uno dei concorsi cinematografici più longevi d’Italia, l’edizione 2024 del festival presenta un programma variegato accomunato però da uno sguardo sul passato che si proietta sul presente. Con oltre 3.000 titoli arrivati da tutto il mondo la selezione comprende 21 film in concorso, tra lungometraggi e cortometraggi; il ricordo della figura di Enrico Berlinguer; una particolare attenzione ai più piccoli con le matinée “Valdarno Kids” e un omaggio alla figura di Carlo Mazzacurati con una mostra fotografica.
Dichiara Marco Luceri, direttore artistico del festival: “Rinnovarsi e contestualmente mantenere la tradizionale missione del festival, offrendo ai giovani talenti del cinema italiano e internazionale la possibilità di far vedere i loro film in un contesto nuovo e di grande apertura al pubblico, con un occhio di riguardo per le contaminazioni e i nuovi linguaggi dell’audiovisivo. Quest’anno sono stati più di tremila i film da tutto il mondo che si sono candidati al concorso, tanto da richiedere uno sforzo titanico da parte del comitato di selezione, cosa che da un lato fa capire l’importanza e la grande forza attrattiva del Festival anche a livello internazionale, dall’altro è garanzia dell’assoluta qualità dei film selezionati”.
Aggiunge Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno: “Una manifestazione culturale deve avere la capacità di stimolare la riflessione, contrastare il pensiero comune, il conformismo, le tendenze all’omologazione, offrire una diversa prospettiva e dare spazio al pensiero divergente, costituendo un elemento di crescita per una comunità, in valori e civiltà. Questo ha fatto il Festival del Cinema per la nostra città negli anni. È, per San Giovanni Valdarno, un vanto e un orgoglio non solo per le personalità italiane e straniere che sono arrivate nella nostra città, ma anche per il valore delle opere che sono state presentate, per le opportunità che, negli anni, ha concesso a giovani e meno giovani autori indipendenti di farsi conoscere. E, particolarmente rilevante, il legame che il festival ha con le scuole che si è costantemente rafforzato. Questa 42/ma edizione ospita 30 opere tra italiane e straniere, con registi e protagonisti dei film che incontreranno il pubblico e siamo particolarmente fieri che quest’anno il premio Marzocco venga consegnato a Marco Tullio Giordana, uno dei registi più importanti del cinema italiano degli ultimi quarant’anni, che ritirerà personalmente il premio nella serata di venerdì 11 ottobre”.
La prima giornata del festival, martedì 8 ottobre si aprirà alle ore 17 presso la Casa della cultura Palomar (piazza della Libertà, 15) con la presentazione del libro “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli di Elisa Baldini.
Presenza dell’autrice, insieme al presidente Luigi Nepi e il direttore artistico Marco Luceri. L’inaugurazione avverrà alle 21:15 al Cinema Teatro Masaccio con una doppia proiezione di film in concorso: il cortometraggio “Bob and weave” di Adelmo Togliani, con la partecipazione dell’attore Alessandro Benvenuti e “Non riattaccare” del regista fiorentino Manfredi Lucibello, unico film italiano in concorso all’ultimo Festival di Torino, un viaggio a tutta velocità lungo le strade notturne di una città, con Barbara Ronchi nei panni di una donna che deve salvare il proprio amore. Il film verrà introdotto dal regista, a cui seguirà un Q&A.
La chiusura del festival sabato 12 ottobre, dopo la consueta serata di premiazione, è affidata alla proiezione fuori concorso di “Taxi Monamour” del regista Ciro De Caro, che continua la sua esplorazione dell’universo femminile con un delicato e struggente racconto di un’amicizia. De Caro, che con questo film ha vinto il Premio del Pubblico Giornate degli Autori a Venezia 81, ritorna al festival dopo due anni dalla presentazione di “Giulia”.
Tra i lungometraggi in concorso troviamo: dal Brasile “A strange path” di Guto Parente, un giovane regista torna nella sua città natale e cerca di riallacciare i rapporti con il padre mentre la pandemia accelera rapidamente in tutto il Brasile (11 ottobre); “Arrivederci Berlinguer!” di Michele Mellara e Alessandro Rossi, che saranno presenti in sala. Tratto in larga parte dal filmato sui funerali del politico e da una serie di materiali filmici provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (10 ottobre); “Invelle” di Simone Massi, animazione su un’epopea contadina che accompagna gli spettatori indietro e avanti nel tempo (12 ottobre).
“L’anno dell’uovo” di Claudio Casale mette al centro della trama una giovane coppia, che in attesa del loro primo figlio, fugge da un mondo materialista per unirsi a una comunità spirituale (12 ottobre). Si avvicina al genere sperimentale il film polacco “Mammalia” di Sebastian Mihailescu, un viaggio surreale attraverso la crisi della virilità. È un collage tra materiale d’archivio, voci e ricordi quello narrato in “Mentre parlavamo del fiume” di Carla Vestroni, in dialogo con la regista Lorenza Mazzetti, che filmano in momenti diversi e ognuno a suo modo un’ode all’East End di Londra, alla zona portuale, al dopoguerra e all’immigrazione degli anni Cinquanta (9 ottobre).
“Non credo in niente” commedia di Alessandro Marzullo: il viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi sulla soglia dei trent’anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni, nonostante il loro progetto di vita stia prendendo una direzione diversa da quella che speravano (10 ottobre); “Roma Blues” di Gianluca Manzetti, un racconto di formazione dal sapore noir e indie che narra la capitale italiana infuocata, criminale, immobile, che nonostante tutto può ancora essere un luogo capace di generare amore (10 ottobre).
“Taxibol”, documentario di Tommaso Santambrogio, ci porta per le strade di Cuba in compagnia di Lav Diaz, famoso regista filippino, e Gustavo Flecha, un loquace tassista cubano. I due si ritrovano a discutere di politica, migrazione, condizioni sociali e amore; toccando numerose storie ed esperienze personali, creando un affresco delle condizioni dei loro paesi (11 ottobre). Infine, “Vittoria” segna il ritorno al Valdarno della coppia Alessandro Cassigoli e Kasey Kauffman, che nel 2022 vinsero il concorso con “Californie”. Ripartiti dal loro film precedente, continuano a proporre la loro idea di cinema del reale (9 ottobre). “Vittoria”, presentato nella sezione Orizzonti Extra alla recente Mostra del Cinema di Venezia, esplora, attraverso la vita di Jasmine, il mondo poco conosciuto dell’adozione internazionale, un labirinto in cui aspiranti genitori perseguono il loro desiderio di avere un figlio.
Dal locale al globale, dall’Italia al mondo: quest’anno il festival presenta…
Una selezione di titoli provenienti da ogni continente, segno che la manifestazione continua a essere attrattiva dal punto di vista internazionale. In programma: Nel pieno della notte di Guillermo Garcia Lopez; Batti e Schiva di Adelmo Togliani; Incrocia le dita e spera di non morire di Sam Manacsa; Ivalu di Anders Walter e Pipaluk K. Jorgensen; La riproduzione di Jean-Marie Villeneuve; Malamente di Giovanni Guidelli, Un uomo, una nota di George Siougas; Questi ragazzi di Renato Chiocca; Stanza occupata di Tj O’Grady-Payton e La vera verità sulla lotta di Andrea Slavicek.
Un legame importante è quello che si è creato negli anni tra il festival e il territorio con le scuole di San Giovanni Valdarno alle quali saranno dedicate ben tre matinée. In particolare, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia è in programma un incontro per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado gestito dell’Associazione Basaglia di Arezzo, con esperti di tematiche legate alla sanità e igiene mentale, all’inclusione e all’integrazione (venerdì 12 ottobre).
Tra gli eventi collaterali del Festival, un omaggio al regista Carlo Mazzacurati con la mostra fotografica dal titolo Carlo Mazzacurati nello sguardo di Lucia Baldini. Racconto fotografico per i film: “La Giusta Distanza e La Passione”. Lucia Baldini, che nell’ambito dello spettacolo ha trovato negli oltre trent’anni di attività il suo linguaggio peculiare, con questo lavoro stringe il patto di guardare la realtà facendosi prestare lo sguardo di un altro (inaugurazione sabato 5 ottobre presso Pieve di San Giovanni Battista, piazza Cavour, San Giovanni Valdarno).
Valdarno Kids è la sezione mattutina che permette agli alunni delle elementari di confrontarsi con i cortometraggi d’animazione, non da semplici spettatori, bensì da potenziali creatori, grazie al laboratorio guidato della cartoonist Marta Vangelisti. In programma ci saranno i corti Ana morphose di Joao Rodrigues; Cave of warmth di Shamir Raiapov; In the shadow of the cypress di Hossein Molayemi e Shirin Sohani; One track mind di Faye Isherwood-Wallace; Pader di Jean Vergé; The song of flying leaves di Armine Anda (cinema teatro Masaccio).
Premio Marzocco alla Carriera – Il Festival è per San Giovanni Valdarno un vanto e un orgoglio che ha consentito di ospitare, negli anni, nomi importanti della cinematografia italiana e straniera: da Giuseppe Bertolucci a Mario Monicelli, da Ilaria Occhini fino a Anna Bonaiuto, Carlo Verdone, Abel Ferrara, Antonio Capuano, Vittorio Storaro, Pupi Avati e anche Michelangelo Antonioni che partecipò al Festival nel 1995, l’anno in cui ricevette l’Oscar alla Carriera, per citarne alcuni. Quest’anno il Premio Marzocco alla Carriera sarà consegnato a Marco Tullio Giordana, uno dei registi più importanti del cinema italiano degli ultimi quarant’anni, che ritirerà personalmente il Premio nella serata di venerdì 11 ottobre.
La giuria e i premi – I film in concorso saranno votati dalla giuria ufficiale presieduta dal regista e sceneggiatore Vittorio Moroni e composta inoltre dalla critica cinematografica Elisa Baldini e dal regista Lorenzo Borghini. La giuria assegnerà i seguenti premi ufficiali: il primo classificato riceverà il prestigioso Premio Marzocco (dal valore di € 1000 per il lungometraggio e €500 per il corto), simbolo della città di San Giovanni Valdarno. Il riconoscimento è intitolato a Marino Borgogni, presidente di Valdarno Cinema Fedic scomparso nel 2012, noto per il costante e assiduo impegno nella promozione del festival e della cultura cinematografica. Numerosi gli altri premi: il premio “Amedeo Fabbri” alla migliore interpretazione maschile; il premio “Amedeo Fabbri” alla migliore interpretazione femminile; e infine il premio “Banca del Valdarno” al film di qualsiasi categoria capace di mettere in risalto i valori della cooperazione e della solidarietà. Tra i premi collaterali segnaliamo: il premio “Cineclub Fedic Sangiovannese” intitolato a Luciano Becattini, assegnato al miglior film diretto da.
Registi nati o residenti in Toscana; il premio “Diari di Cineclub,” periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica, che sarà assegnato al miglior film. La giuria di qualità sarà composta da Anna Barenghi, laureata in Cinema Teatro e Produzione multimediale a Pisa, dal 2020 Responsabile della Biblioteca Villino Corsini – Villa Pamphilj di Roma Capitale; Antonio Vladimir Marino, regista, traduttore di lingua russa e curatore del podcast “Schegge di cinema russo e sovietico” su DdCR | Diari di Cineclub Radio; e Roberto Lasagna, saggista, psicologo e critico cinematografico.
Il premio “Franco Basaglia” sarà assegnato dall’Associazione F. Basaglia di Arezzo al film che meglio rappresenta le tematiche della salute mentale nel nostro presente in Italia e nel mondo. I componenti della giuria includono la psicologa e psicoanalista Loredana Betti, l’operatore psichiatrico e documentarista Stefano Dei e l’educatrice di Salute Mentale e arteterapia Alessandra Guidi. Infine, il premio Anpi, assegnato dal direttivo della sezione Anpi Valdarno, andrà al miglior film capace di rappresentare i valori storici e ideali dai quali è nata la Costituzione della Repubblica Italiana.