‘‘A Stefano Cucchi, tra le tante persone che ha incontrato nella sua tragica vicenda, nessuno ha mai dato davvero una mano, nessuno si è preso le sue responsabilità. Non ho dubbi poi che quello che gli è accaduto potrà accadere ancora”. Così oggi al Lido Alessandro Borghi, credibile protagonista nei panni di Cucchi nel film ‘Sulla mia pelle’ di Alessio Cremonini passato oggi in apertura della sezione Orizzonti della 75/ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Del film, che sarà in sala dal 12 settembre in contemporanea in sala con Lucky Red e sulla piattaforma Netflix (è la prima volta che accade ma non sarà certo l’ultima), dice ancora l’attore:”La cosa più difficile è stato perdere 18 chili, mentre la più bella quella di aver ricevuto una telefonata da Ilaria, sorella di Cucchi, che mi ha detto:’sei uguale a lui”.
‘Sulla mia pelle’, molto applaudito in una conferenza stampa strapiena, racconta in modo scarno e duro gli ultimi sette giorni di vita del ragazzo romano accusato per spaccio, fino alla sua morte in carcere il 22 ottobre 2009. Un lungo caso, quello di Stefano Cucchi, ancora aperto grazie a un processo bis che vede coinvolti cinque carabinieri accusati di presunte percosse che avrebbero causato la sua morte.
Spiega il regista al suo secondo film dopo Border (2013) oggi al Lido: ”non è certo un lavoro che vuole giudicare, ma casomai solo raccontare. E questo attraverso lo studio accurato dei verbali e delle testimonianze”. Per Alessio Cremonini, che ha anche scritto la sceneggiatura con Lisa Nur Sultan, insomma nessuna volontà di denuncia: “I film non sono un’aula di giustizia – ci tiene a dire -, quello che è successo ce lo devono dire i magistrati”. Più barricadera invece Jasmine Trinca che in ‘Sulla mia pelle’ interpreta Ilaria, la sorella di Cucchi da sempre impegnata perché sia fatta giustizia: ”Questa storia mette tantissimo in luce l’irresponsabilità che c’é stata su tanti fronti. Possibile mai che nessuno si sia accorto di nulla?”. E ancora l’attrice: ”La mia posizione personale è chiara: questo film è un atto dovuto e non una semplice cronaca, un modo di riappropriarsi della realtà”.
Da segnalare nel film, in cui si vede un Cucchi amletico, diviso tra il confessare le percosse ricevute e poi, subito dopo, smentirle, il ruolo della famiglia. Oltre alla sorella, interpretata credibilmente dalla Trinca, straordinari anche i genitori: Milvia Marigliano, nel ruolo della madre, e Max Tortora in quello del padre.
Quest’ultimo all’incontro stampa si commuove davvero e dice con voce rotta: “Ho lavorato sul rispetto del personaggio e sulla misura. Volevo essere dentro al ruolo senza strafare mai”
Francesco Gallo, ANSA