Travis Scott, il rapper non sarà incriminato per la tragedia all’Astroworld Festival

Travis Scott, il rapper non sarà incriminato per la tragedia all’Astroworld Festival

Il rapper Travis Scott non sarà incriminato per la tragedia avvenuta all’Astroworld Festival di Houston, in Texas, dove il 5 novembre 2021 dieci giovani fra i nove e i 27 anni morirono schiacciati dalla folla accalcatasi sotto il palco su cui lui stesso si stava esibendo. Tuttavia per l’artista e i promotori dell’evento rimangono in piedi centinaia di cause civili dal valore di miliardi di dollari.

L’AVVOCATO: “TRAVIS SCOTT NON È RESPONSABILE DELLA TRAGEDIA DI ASTROWORLD”

“Il mio cliente Travis Scott non sarà incriminato con accuse penali o qualsiasi illecito per il suo coinvolgimento con il festival AstroWorld – ha annunciato l’avvocato dell’artista, Kent Schaffer, a Variety – La decisione del procuratore distrettuale della contea di Harris conferma ciò che sapevamo da sempre: che Travis Scott non è responsabile della tragedia di AstroWorld. Ciò è coerente con i rapporti investigativi di numerosi media e i rapporti del governo federale e statale che hanno attribuito l’onere delle crisi di sicurezza degli eventi agli organizzatori, agli operatori e agli appaltatori, non agli artisti. Mentre aspettava pazientemente la decisione del procuratore distrettuale, Travis Scott è stato preso di mira in modo inaccurato ed errato, nonostante abbia interrotto lo spettacolo tre volte e non fosse a conoscenza degli eventi mentre si stavano svolgendo. Ora che questo capitolo è chiuso, speriamo che gli sforzi del governo si concentrino su ciò che è più importante: impedire che future tragedie strazianti come AstroWorld si ripetano”.

LA TRAGEDIA E IL PIANO DI SICUREZZA

Nella tragedia del 5 novembre 2021, oltre alle 10 vittime, si sono registrati anche più di 300 feriti alcuni dei quali hanno poi riferito che nella folla erano talmente stretti da non poter muovere le braccia o addirittura respirare. Secondo il quotidiano, il piano operativo del Festival “conteneva protocolli dettagliati per vari scenari pericolosi tra cui sparatorie, bombe o minacce terroristiche e condizioni meteorologiche avverse. Ma non includeva informazioni su cosa fare in caso di un’ ‘ondata di folla’.

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