Elisa Esposito, la tiktoker nota per le sue lezioni di “corsivo”, è stata sommersa dalle critiche dopo aver detto sul social che “se voi guadagnate, con uno stipendio normale, sui 1.300 euro al mese la colpa è vostra, non mia (ovviamente con tutto il rispetto per quelli che guadagnano quei soldi)”. Rispondendo in un video al commento “Ma vai a lavorare”, la giovane ha aggiunto: “Io in primis sono nata e cresciuta con genitori che hanno un lavoro umilissimo. L’Italia non ha colpe, la colpa non è di nessuno se non di voi stessi. Siete voi che decidete il vostro percorso di studi e di vita”.
“Sono sempre stata zitta di fronte a certi commenti, ma ora ci tengo a rispondere. E mi riferisco anche a quelli che dicono che i social non andranno avanti per sempre e che prima o poi la mia carriera – o come volete chiamarla – finirà. Dietro a questi commenti ci vedo tanta cattiveria e invidia”, ha sottolineato l’influencer, che lavora anche per Onlyfans.
“Io la scuola l’ho conclusa, ho il diploma, e sapete cosa? L’ho finita nel mio periodo più in assoluto di hype. La mia prima apparizione in tv l’ho fatta nel periodo degli esami. Ho preso un diploma di estetica, io volendo in futuro posso aprirmi un centro estetico. Potrò campare di quello. Quindi io non ho paura per il mio futuro”, ha proseguito Esposito.
“Mi sono costruita tutto da sola” – “Tante persone mi augurano anche il male, il fallimento. Questo perché vi rode che a 19 anni una ragazza così giovane ha cominciato a guadagnare tutti questi soldi. È la verità, aprite gli occhi. Se adesso guadagno quello che guadagno è solo grazie a me stessa, non ho chiesto aiuto a nessuno. Mi sono costruita letteralmente tutto da sola. Ho fatto una scuola di estetica e diversi stage. Stavo in negozio quasi dieci ore al giorno, non mi pagavano. È stato per poco tempo, ma mi è bastato per capire che non volevo fare quella vita, non volevo essere sfruttata da nessuno. Non pensate che la vita da influencer sia facile come vedete, perché dietro ogni video c’è un lavoro lungo, ci facciamo il c**o anche noi, ovviamente meno rispetto a chi lavora in fabbrica”, ha concluso.