Fogg, un tuffo in “Apnea” nell’oceano dei sentimenti

Fogg, un tuffo in “Apnea” nell’oceano dei sentimenti

Il brano parla di una relazione ma nell’ottica di chi si lascia pervadere dal naturale susseguirsi degli eventi

Apnea è il brano di apertura dell’omonimo mio disco d’esordio. L’intero comparto sonoro si trova in una dimensione subacquea, ovattata ma allo stesso tempo molto fresca e scorrevole. Il testo parla di una relazione, certo, ma nell’ottica di chi si lascia pervadere dal naturale susseguirsi degli eventi. Apnea parla di chi è stanco di lottare ma non ha accumulato dentro di sé nessuna rabbia o risentimento; al contrario è la canzone di chi decide di tuffarsi nell’oceano per lasciarsi portare via dal mare del destino. Apnea è una parte autentica del mio mare. E’ uno dei primi brani che abbia mai scritto e, nonostante tutto, sopravvive all’evoluzione del mio gusto musicale; sono molto affezionato a questa canzone e forse è proprio questo il motivo che mi ha spinto a dare lo stesso nome all’intero disco. Ricordo che all’epoca il mio intento originario non era quello di scrivere una vera e propria canzone, bensì quello di cristallizzare una sensazione; volevo tradurre in suoni il mio stato d’animo di quel periodo, ovvero una sorta di pacifica e agrodolce arrendevolezza, il mio galleggiare senza controllo sul corso degli eventi. In quel periodo andavo al mare quasi ogni giorno, lo sentivo come il mio habitat naturale ed effettivamente, a partire da quel luogo preciso, sono sempre stato convinto di questo suo vestito così acquatico, stratificato e leggero.

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