LA TELEVISIONE È PIÙ «DONNA» DEL CINEMA

LA TELEVISIONE È PIÙ «DONNA» DEL CINEMA

Aumenta il numero di star di Hollywood prestate al piccolo schermo. Perché la creatività si è spostata in Tv, dove c’è più spazio anche per ruoli femminili attuali e provocatori. Che fanno gola anche a Emma Stone

emma stoneSta vivendo un momento d’oro al cinema. Eppure, Emma Stone ha deciso di aggiungere la televisione al suo repertorio. La star americana debutterà su Netflix accanto a Jonah Hill in Maniac, una commedia diretta da Cary Fukunaga (già regista di True Detective).
La Stone è solo l’ultima delle attrici di Hollywood prestate alla Tv. Anche Drew Barrymore reciterà nella sit-com di Netflix Santa Clarita Diet, Reese Witherspoon produrrà uno show per Abc, intitolato Broken, e Demi Moore sarà la protagonista della serie drammatica 10 Days in the Valley.
Questa stagione, Jennifer Lopez è stata una piedipiatti corrotta nel thriller Shades of Blue e Kirsten Dunst ha interpretato la provinciale e arrivista Peggy nella seconda stagione di Fargo.
Ma non è finita: Jane Fonda fa la neosingle nella commedia Grace and Frankie (la stagione 2 sarà su Netflix il 6 maggio), Robin Wright dà filo da torcere a Kevin Spacey in House of Cards ed Eva Green lotta contro il diavolo in Penny Dreadful (che torna negli Usa l’1 maggio).
Nessuna di loro ha detto addio al grande schermo, ma i ruoli che offre la televisione fanno gola in un periodo in cui Hollywood ha paura di osare e si affida a grandi nomi e franchise commerciali.
Al contrario, in Tv, l’alto numero di canali e l’entrata in gioco dei servizi di streaming (Netflix, Amazon, Hulu) hanno dato sempre più opportunità a sceneggiatori e produttori di svilluppare idee nuove e contenuti provocatori, che al cinema non vedrebbero mai la luce.
Aiuta anche la flessibilità dell’industria televisiva. Format come quello antologico (vedi Fargo e True Detective) non impegnano troppo a lungo gli attori, che possono prendersi pause momentanee dai film.
È il piccolo shermo che guida la rinascita dei ruoli femminili, lontani dagli stereotipi a cui una certa cinematografia ha abituato il pubblico. Donne nei panni di personaggi controversi, problematici, attuali, ironici e irriverenti. Da Carrie Mathison di Homeland ad Alicia Florrick di The Good Wife, da Selina Meyer di Veep a Marcia Clark di The Peole v O.J. Simpson.
Parti che hanno finalmente dato spazio anche alla diversità etnica: basti pensare a Viola Davis in How To Get Away With Murder, Taraji P. Henson in Empire, Kerry Washington in Scandal, Regina King in American Crime, Gina Rodriguez in Jane The Virgin.
Il 2015 ha visto il debutto in Tv di Maggie Gyllenhall, protagonista di The Honourable Woman, che le ha fruttato un Golden Globe. Stringendo la statuetta fra le mani, l’attrice ha raccontato: «Se ripenso ai ruoli femminili di quest’anno, ho visto donne a volte potenti e a volte no, a volte sexy e a volte no, a volte onorevoli e a volte no. La novità è la ricchezza di donne “vere”».
Ha detto bene Jane Fonda in una recente intervista: «Vogliamo andare dove ci sono le storie migliori». Di questi tempi, è in televisione.

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