Iris è un apprezzabile spazio pluralista sul cinema

Iris è un apprezzabile spazio pluralista sul cinema

(Tiziano Rapanà) Iris (lo trovate al canale 22 del digitale terrestre) mi piace, perché è un contenitore pluralista di cinema. C’è tutto: dal film d’autore a quello popolare financo popolaresco. È un unicum del genere, perché i suoi competitor non posseggono quest’equilibrio nella scelta. Se Rai Movie, che comunque si concede alla cinematografia di genere, si dà fin troppo ai gusti della gauche caviar, Paramount Channel presenta un palinsesto eccissivamente votato all’intrattenimento di facile presa. Dunque la varietà della proposta di Iris è davvero apprezzabile. Una varietà che dà, in questo momento, spazio ad un film bello e difficile come American beauty, per poi proseguire alle 11 con Un poliziotto scomodo, che bene rappresenta (anche se non per tutti, almeno non per il dizionario Stracult, di Marco Giusti, e la rivista Nocturno), il mondo del poliziesco all’italiana incarnato dal suo mitico reuccio Maurizio Merli. E non finisce qui, giacché la programmazione di Iris di oggi propone, oltre ai consueti telefilm Miami Vice e Walker Texas Ranger, una mescolanza variopinta di visioni del cinema apparentemente inconciliabili, tipo il sofisticato L’arcangelo con Vittorio Gassman che precede lo stravagante Nerone di Castellacci e Pingitore, eppoi la sera che porta all’approdo del texano dagli occhi di ghiaccio, western d’autore di Clint Eastwood. Ogni giorno è così. Ogni giorno si propone un palinsesto, all’apparenza bizzarro, che guarda indistintamente a tutto il cinema: alto o basso per Iris non fa differenza. E dunque viva Iris!

P. S. Scrivetemi, tizianodecoder2@gmail.com

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