MILANO, FOTO RUBATE AI FAMOSI: LA PM CHIEDE LA CONDANNA DI SELVAGGIA LUCARELLI, MACCHIANERA E SONCINI

MILANO, FOTO RUBATE AI FAMOSI: LA PM CHIEDE LA CONDANNA DI SELVAGGIA LUCARELLI, MACCHIANERA E SONCINI

Le richieste vanno da 10 a 14 mesi. L’inchiesta era partita dalla presunta acquisizione illecita di 191 fotografie scattate a Villa Oleandra durante la festa per i 32 anni di Elisabetta Canalis

selvaggia-lucarelliLa pm di Milano Grazia Colacicco ha chiesto la condanna a un anno per la blogger Selvaggia Lucarelli, un anno e due mesi per Gianluca Neri e dieci mesi per Guia Soncini nell’ambito del processo per le ‘foto rubate’ a una serie di personaggi famosi.
I blogger sono accusati, a vario titolo, di concorso in intercettazione abusiva, detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso (accusa da cui è esclusa Lucarelli) “al fine di procurare a sè o ad altri un profitto o di arrecare ad altri un danno”, di accesso abusivo a sistema informatico e violazione della privacy. L’inchiesta era partita dalla presunta acquisizione illecita di 191 fotografie scattate a Villa Oleandra – la residenza sul lago di Como di George Clooney – alla festa per i 32 anni di Elisabetta Canalis, usando codici e password dell’account dell’amica Federica Fontana.
Elisabetta Canalis e Federica Fontana, le presunte vittime dello spionaggio, hanno chiesto una provvisionale di 10mila euro ciascuna per i danni subiti. “Per quelle foto c’è stata una trattativa da diverse migliaia di euro – ha detto uno dei legali di parte civile, l’avvocato Marco Tullio Giordano – che è pienamente provata. Questo tipo di reati ha gravi conseguenze morali per chi le subisce. Le persone non sanno di essere sotto controllo. Canalis lo ha saputo solo nel 2012 e, in quel momento, ha potuto pensare di essere ancora controllata”.
Per la pm Colacicco, Soncini sarebbe stata coinvolta “dal punto di vista morale, ma senza il danno specifico”, mentre Lucarelli e Neri “avrebbero partecipato attivamente alla tentata vendita delle foto”. In particolare, il ruolo di Neri (conosciuto come Macchianera) sarebbe stato “predominante dal punto di vista tecnico, nonostante non ci sia la ‘pistola fumante’, ovvero la prova forense del suo accesso all’account di Federica Fontana”.
Il legale di Canalis e Fontana – che difende le soubrette assieme all’avvocato Giuseppe Vaciago – ha spiegato di avere quantificato economicamente il danno “con un occhio di riguardo al fatto che questo processo non arriverà mai a una fine, perché c’è la prescrizione”. Tuttavia, ha chiarito Giordano, “anche se arriviamo con notevole ritardo al termine del primo grado di giudizio, siamo in tempismo perfetto con le più recenti cronache giudiziarie. Forse prima non saremmo stati in grado di capire, oggi le cronache ci parlano di ‘spioni’, adolescenti che condividono fraudolentemente contenuti, c’è stato il caso Wikileaks.
Qui non stiamo parlando di segreti nazionali, ma comunque quello che è successo non è stato un gioco”.
Prima dell’udienza di oggi c’era stato un tentativo di trovare un accordo tra le parti: fallito l’accordo, il processo è ripreso fino alle richieste di condanna presentate dal pm. La parola alle difese il 27 marzo.

La Repubblica

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