Diaco, «Ti sento» su Rai2: «Studio i miei ospiti attraverso 10 suoni»

Diaco, «Ti sento» su Rai2: «Studio i miei ospiti attraverso 10 suoni»

«In un mondo che ruota spesso e ostinatamente intorno all’immagine e al culto di sé, mi piaceva l’idea di lavorare sull’evocazione di suoni e rumori che potessero accendere il mondo interiore del mio ospite. L’udito è il primo senso che sviluppiamo già nella pancia della nostra mamma. Attraverso l’ascolto di 10 frammenti sonori indago il modo di sentire e di percepire il mondo da parte di chi intervisto: la voce di un familiare, un breve estratto da un tg o da un programma d’epoca, un rumore della quotidianità… È un modo per rivivere squarci di memoria personale e collettiva». Pierluigi Diaco presenta così Ti sento, dal 19 gennaio in seconda serata su Rai2. Bresson, il regista, sosteneva che l’occhio è superficiale, mentre l’orecchio è profondo («Il fischio di una locomotiva ci suggerisce l’immagine di una stazione intera»).

Sette incontri («tra gli altri Myss Keta e Amanda Lear») con personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport in cui «l’ascolto, l’emotività, il ricordo, si faranno racconto. Mi piace una tv distesa, dilatata, anche imprevedibile, dove chi conduce non pensa alla domanda successiva ma ascolta la risposta alla domanda precedente. Ti sento è figlio della mia esperienza quasi trentennale con la radio, sarà un modo di intervistare improvvisato, empatico, senza accordi preventivi come era anche nell’ossatura delle interviste di Io e te, il programma che ho condotto su Rai1. La scenografia vuole evocare un luogo senza tempo, quasi un rifugio, uno spazio non ben definito, dove i fronzoli vengono meno e il confronto con l’ospite diventa il più naturale e intimo possibile». Dopo Rai1 Diaco passa a Rai2, la vive come una retrocessione? «No, penso che nella fluidità di questo mestiere il nostro compito sia stare sul mercato in relazione ai progetti che vengono presentati. I programmi sono legati ai progetti editoriali delle reti e questo programma — intimo e notturno — si sposa meglio con la sperimentazione della seconda serata di Rai2».

Renato Franco, Corriere.it

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