“La popolarità per me significa essere di ispirazione, fare del bene e diffondere bontà”. A dirlo all’Adnkronos Ariana Grande, pop star della musica mondiale e interprete di Glinda, protagonista di ‘Wicked’, insieme a Cynthia Erivo, interprete di Elphaba. Il film, adattamento di uno dei musical di maggior successo, scritto da Winnie Holzman e Stephen Schwartz, che ha debuttato a Broadway nel 2003, racconta l’amicizia tra le due, prima di diventare rispettivamente la strega buona del Sud e la strega cattiva dell’Ovest. “Glinda – ha continuato l’attrice – all’inizio di ‘Wicked’ pensa che la popolarità sia solo una questione di potere e di ammirazione degli altri. Grazie all’incontro con Elphaba impara che con la popolarità si può fare del bene. Questo è un aspetto che diventerà a lei più chiaro nel sequel (atteso il 21 novembre nelle sale nel 2025 con Universal Pictures ndr)”.
Tutto ha inizio nella Terra di Oz quando Glinda si iscrive alla prestigiosa Università Shiz con la speranza di studiare stregoneria con la celebre Madame Morrible (qui con il volto di Michelle Yeoh). L’attenzione della professoressa è tutta su Elphaba, che si è recata all’ateneo solo per accompagnare la sorella disabile Nessarose. Per una serie di eventi, Elphaba e Glinda sono costrette a diventare coinquiline: tra le due nasce subito una forte antipatia, esasperata dalla grande popolarità di Glinda e le discriminazioni che Elphaba subisce per via del colore della sua pelle verde. “Oggi abbiamo bisogno di ‘Wicked’ perché ci permette di riflettere sul significato di accoglienza. Ci insegna a cambiare idea sulle cose e ad accettare chi non è uguale a noi”, dice all’Adnkronos Cynthia Erivo, che sottolinea come questa storia sia “una celebrazione dell’amicizia profonda e significativa, ma anche complessa e complicata, tra donne. Raramente vediamo celebrazione di questo genere, anche per questo ‘Wicked’ è speciale”.
Le fa eco la collega Ariana: “Spero che chi guarderà questo film dopo possa chiedersi ‘come posso essere un amico o un’amica migliore? Come posso diventare più buono o più empatico? Come posso mettermi nei panni degli altri? In un mondo così polarizzato l’amicizia, femminile o no, e l’amore rappresentano un mezzo necessario per sopravvivere alla devastazione generale. E lo è da sempre”, infatti, “‘Wicked’ è uscito 21 anni fa e mi è sembrato incredibilmente attuale, così come ‘Il mago di Oz'”. Per il regista Jon M. Chu (già alla regia di ‘Now you see me 2’, ‘Crazy & Rich’, e ‘Sognando a New York – In the Heights’) “stiamo attraversando grandi cambiamenti. Quando siamo bambini ci dicono che tutto è bello e buono, ma crescendo capiamo che la strada per un mondo migliore è affrontarci e ascoltarci. Un film come ‘Wicked’ incoraggia a superare qualsiasi cosa se si impara ad abbracciare se stessi e la propria unicità per unirci agli altri”.
Sulla popolarità Erivo sottolinea come “possa avere aspetti positivi e negativi. Ma il modo migliore per essere popolari è grazie alle azioni buone”. Grande, invece, fa notare come la fama sia diventata un’ossessione con l’avvento dei social: “è un terreno scivoloso, a volte è difficile tenere le persone al sicuro. Sono consapevole dei pericoli, ma per me rappresentano un modo per entrare in contatto con i miei fan”. Per Jon M. Chu ‘Wicked’ “oggi per molti è allettante essere popolari, soprattutto oggi con i social. Ma lì il sentirsi accettati è qualcosa di artificiale. Nel musical Glinda si rende conto che ha una magia molto più potente della popolarità: la responsabilità di diffondere empatia e vederci l’uno con l’altro. Se riusciamo a capirlo credo che avremo un futuro migliore”. E, perché no, sulle note di ‘Defyng Gravity’, tra i brani più amati di ‘Wicked’ che parla di sfidare la gravità nonché un inno all’autodeterminazione.
“Io la sfido ogni volta che affronto un progetto, che sia nella musica o al cinema con ‘Wicked’. Quando ho a che fare con l’arte mi sento come se galleggiassi”, racconta Ariana Grande. Il regista ha sfidato la gravità in prima media. “Ho realizzato una casa stregata per la scuola, frequentavo la prima media. Nessuno dei miei compagni aveva alzato la mano. Io mi sono fatto avanti e ho disegnato la mia idea sulla lavagna”. In quel momento “ho capito che la gente cerca persone con una visione e con grandi sogni. Sono stato fortunato a provare quella sensazione perché è importante per la crescita. Spesso a bloccarci – conclude – è la paura di quello che penserà la gente”.
Cynthia Erivo, invece, la sfida della gravità l’ha toccata con mano, prendendo la scelta di essere la stantwoman di se stessa: “Sono sempre pronta alle sfide, mi piace l’idea di coinvolgere tutta me stessa. Amo essere parte del racconto fino in fondo”, racconta Erivo. Inoltre, “l’ho fatto perché volevo provare la sensazione di volare e in me c’è un cercatore di brividi”, conclude. (di Lucrezia Leombruni)