Il nuovo progetto discografico esce il 27 novembre e riscopre lʼimmenso repertorio dellʼartista: le prime due antologie sono “Cassiopea” e “Orione” con due gemme in cui omaggia Califano e Buscaglione
Dal 1975 al 2018, da “L’importante è finire” a “Volevo scriverti da tanto”. Mina, la “più famosa sconosciuta d’Italia” come ama definirla il figlio Massimiliano Pani, torna con “Italian Songbook“. Ma attenzione, non sono “raccolte”, né “compilation”, né “greatest hits”. “Cassiopea” e “Orione” sono “costellazioni di canzoni”, antologie in cui ripercorre e riordina il suo immenso repertorio, 1400 brani in 75 album in studio. Sono trenta le prime canzoni scelte di cui cinque sono state “riaperte”. Non senza sorprese. Perché brillano due gemme: due canzoni inedite in cui l’artista omaggia Franco Califano e Fred Buscaglione.
Lontana dalla tv e dal palco dall’ormai famoso concerto alla Bussola del 23 agosto del 1978, Mina non ha mai smesso di produrre. Come confessa il figlio è difficile che la rivedremo in video, ma poco importa, perché “lei è piu’ forte del suo personaggio pubblico, può anche fare a meno di Mina”. “Resta contemporanea – sottolinea Pani – ha iniziato a 18 anni e a 80 è uscita con un album dei inediti con Fossati, ed è stata scelta per uno spot per giovani. Lei ha scelto di fare album e non apparire, la sua esigenza era di dare nuova vita ai brani del passato e rimettere a posto delle cose che non sono come si voleva, ad esempio degli arrangiamenti degli anni 80 che non funzionano più”.
L’artista ha lavorato infatti personalmente sul progetto, facendosi guidare dal suo gusto personale: “E’ stato un lavoro di raccolta e scelta per rendere nuovamente disponibili pezzi magari non più accessibili. L’idea è stata di prendere i suoi successi, non per farne un best of, insieme a grandi successi italiani e perle che secondo lei non hanno avuto la giusta luce quando uscirono. Sono i pezzi che Mina ti vuole riproporre, farti ascoltare. Lei ha sempre fatto solo quello che le andava di fare, mostrando coraggio e intelligenza”.
Ci sono canzoni cantate per la prima volta da Mina o riprese da lei dopo l’interpretazione di altre voci: “A volte vede un diamante anche in lavori già spolpati dalle cover. Ha la capacità di capire che pezzo merita una rilettura”. Cinque brani stati “riaperti”: “Almeno tu nell’universo”, “Canzoni stonate”, “Il cielo in una stanza”, “Una lunga storia d’amore” e “Io domani”. Due canzoni inedite chiudono invece le tracklist. Per Cassiopea c’è “Un tempo piccolo”, scritta da Antonio Gaudino, Alberto Laurenti e Franco Califano, interpretata da Mina con il testo rimaneggiato della versione dei Tiromancino del 2005. Orione invece si chiude con “Nel cielo dei bars” scritta da Leo Chiosso e Fred Buscaglione.
Ma non è finita qui. Ci saranno altre antologie, anche se i tempi non si conoscono ancora: “Il prossimo potrebbe andare a ripescare gli anni Sessanta, ma il suo repertorio è tale da darci possibilità infinite: latin, tango, bossanova songbook. Oppure le canzoni in napoletano o i duetti”, sottolinea Pani.
Ma Mina oggi cosa ascolta e cosa sceglie? “Cerca qualcosa di interessante. Le canzoni alla Mina la annoiano subito. Cerca il cambio di registro, la sfida. Non necessariamente la canzone che permetta la sua massima estensione vocale. Saper interpretare significa anche cantare con un filo di voce se necessario, a lei piace sperimentare diversi generi musicali con grande rispetto per questi. Quando arriva un testo bello anche se al limite del politicamente scorretto lo fa perché è bello. Mina ha sempre fatto le sue scelte. Si diverte a prendere direzioni diverse e a fare quello in cui crede. Come ha sempre fatto. L’hanno massacrata quando sono nato io perché in quell’Italia nessuno per quella scelta la voleva fare lavorare, ma lei ha le palle ed è andata avanti. Tra lei e mio figlio 16enne c’è uno scambio fecondo: lui le ha fatto conoscere Billie Eilish. Lei Chet Baker. Ma non perde tempo con cose che non le interessano”.
Tgcom24