Si intitola ‘Ezra in gabbia’ e si propone di spalancare la prigione culturale in cui è stata rinchiusa per decenni la figura di Ezra Pound, dopo il carcere fisico che patì l’intellettuale rinchiuso in manicomio criminale nel 1945 dopo essere stato dichiarato infermo di mente e incapace di intendere e di volere, con una contestata perizia psichiatrica che però gli evitò la prospettiva dell’ergastolo o della condanna a morte per tradimento, dopo l’adesione al fascismo e gli elogi per Mussolini e Hitler.
Il progetto – targato Teatro Stabile del Veneto e Oti, Officine Teatrali Italiane e presentato a Palazzo Madama nella Sala Caduti di Nassiriya del Senato dall’Icas, l’intergruppo parlamentare cultura arte spettacolo presieduto da Federico Mollicone, deputato Fdi – dopo il debutto al teatro Goldoni di Venezia nel 2018 e la forzata sospensione per il Covid approderà ora a Roma per due serate il 27 e 28 novembre alla Sala Umberto, per la regia di Leonardo Petrillo che firma anche il testo e per l’interpretazione nel ruolo del protagonista di Mariano Rigillo, affiancato da Anna Teresa Rossini, sua compagna anche nella vita.
Lo spettacolo pone sotto i riflettori la figura del poeta statunitense Ezra Pound, in vista del 50° anniversario della sua morte, che trascorse buona parte della sua vita in Italia, a partire dal 1958, soprattutto a Venezia sua città di elezione e di esilio dove morì nel 1972. Una figura certamente controversa, anche per la sua adesione al fascismo e poi alla Rsi e per la dichiarata ammirazione politica per Hitler e soprattutto per Mussolini, che portò come conseguenza nel maggio del 1945 la sua cattura da parte dei partigiani italiani e la consegna ai militari Usa.
Gli americani lo trasferirono in un campo di prigionia in Toscana dove rimase per circa un mese, giorno e notte, in una gabbia di rete metallica con un tetto di lamiera e il pavimento in cemento, esposta alle intemperie e illuminata costantemente durante la notte; la ‘gabbia’ evocata dal titolo della performance teatrale, prima di passare quasi 13 anni da recluso in un manicomio criminale negli Usa.
‘Ezra in gabbia’ è “uno spettacolo basato sulle ossessioni – si spiega nelle note di regia – Ossessione per la giustizia, per la libertà, per l’usura che corrode il mondo. L’ossessione dell’uomo Pound che si sente inadeguato per non essere riuscito, se non a sprazzi, a far fluire carità e amore, ma a difendere la sua poesia, la scoperta delle incongruenze sociali e artistiche, del mondo e degli uomini”.
L’autore e regista dello spettacolo, Leonardo Petrillo, propone anche una sorta di “parallelismo con la figura di Dante: entrambi poeti, cantori uno dell’Italia l’altro degli Usa, eretici, esiliati, messi all’indice. Ora, è giunto il tempo che l’Italia si riconcili con la figura intellettuale e artistica di Ezra Pound”.
L’opera si pone anche un obiettivo più particolare e strategico – spiega Mollicone – ovvero ricongiungere la memoria storica e culturale a un riconoscimento istituzionale di uno dei più grandi poeti e profeti del Novecento, che a Venezia trovò la sua patria di elezione. Attraverso questo progetto si intende dare un riconoscimento ufficiale e pubblico alla figura e alla grandezza di Ezra Pound, con un colpevole ritardo da parte dello Stato italiano e in generale della nostra Nazione”.
Anche per l’attore protagonista, Mariano Rigillo, “occorre una riconciliazione culturale dell’Italia con questo grande poeta che è Ezra Pound. Per essere uomini del nostro tempo, dobbiamo entrare nel concetto che la cultura è democrazia: non possiamo immaginare che gli intellettuali italiani possano continuare a tenere in disparte un poeta della grandezza di Ezra Pound”.
Enzo Bonaiuto, Adnkronos