Lucio Battisti, 29 settembre: la storia e il significato della canzone scritta con Mogol e portata al successo per la prima volta dall’Equipe 84.
Il 29 settembre non è mai un giorno normale per i fan di Lucio Battisti. Questa data porta infatti alla memoria una delle canzoni più amate del grande cantautore di Busto Arsizio, la terza della sua collaborazione con Mogol. Portata al successo dall’Equipe 84 nel marzo del 1967, è diventata nel corso degli anni un grande classico della musica italiana. Andiamo a riscoprire la sua storia e il suo significato.
Come raccontato dallo stesso Rapetti, il brano è nato dopo un normalissimo pranzo. L’idea iniziale di Battisti era quella di un brano vicino al mondo della psichedelia, che in quegli anni imperversava negli Stati Uniti. Fu una vera sperimentazione, portata avanti anche grazie al contributo dell’Equipe 84, che nella prima versione scelse proprio un’impronta psichedelica:
Quando due anni dopo il cantautore laziale scelse di riappropriarsi del suo brano, sostituì la dimensione psichedelica con quella onorica, anche per via del cambiamento dei tempi e dei gusti del pubblico. La scelta della data che dà il titolo al pezzo nasconde un significato importante: è infatti la data di nascita della prima moglie di Mogol, Serenella. Il pezzo parla in maniera esplicita di un tradimento: “Vedevo solo lei e non pensavo a te”.
Un colpo di fulmine e un momento di passione che al risveglio svaniscono, e lasciano solo la voglia di tornare dalla propria amata: “Mi son svegliato e… e sto pensando a te“. Il protagonista del brano capisce, a proprie spese, quanto sia lontana un’avventura di una notte da un grande amore. Spiega Mogol in un’intervista: “L’intenzione era quella di dare un esempio di ciò che ti prende per una persona una sera, e poi rendersi conto del confronto per il bene profondo di anni, e queste cose non possono essere messe a confronto: uno è un lampo, l’altro è la luce”.
Notiziemusica.it