Il mondo sottomarino è ostile per gli esseri umani: i membri dell’equipaggio devono simulare la vita su una nave spaziale sperimentando tecniche di uscita extraveicolare che potranno servire per le missioni future
Dallo Spazio agli abissi: dal 10 al 20 giugno Samantha Cristoforetti si immergerà nell’oceano per comandare la ventitreesima spedizione Neemo (Nasa Extreme Environment Mission Operations). È una missione finalizzata a simulare viaggi nello Spazio, all’interno del modulo Aquarius, che si trova a 19 metri di profondità al largo delle Key Largo nel Florida Keys National Marine Sanctuary ed è gestito dalla FIU (Florida International University). Gli astronauti, insieme agli ingegneri e agli scienziati, ci vivono per un massimo di tre settimane, proprio come se fossero nell’ambiente spaziale.
Insieme a Samantha Cristoforetti ci saranno la candidata astronauta della Nasa Jessica Watkins, Shirley Pomponi, dell’Istituto Oceanografico di Harbour Branch e Csilla Ari D’Agostino dell’Università della South Florida. All’equipaggio di Samantha Cristoforetti, si uniranno anche due sommozzatori professionisti che fungeranno da tecnici dell’habitat. Neemo 23 ha l’obiettivo di sperimentare attività legate a missioni spaziali da svolgere sulla Stazione Spaziale Internazionale e a missioni nello spazio profondo, come sulla Luna e su Marte.
Il mondo sottomarino è ostile e alieno per gli esseri umani, e i membri dell’equipaggio Neemo affrontano le stesse difficoltà che potrebbero presentarsi durante l’esplorazione di un asteroide, una luna o un pianeta. Devono simulare la vita su una nave spaziale sperimentando tecniche di uscita extraveicolare che potranno tornare utili per le missioni del futuro.
«Le analogie tra la vita nello Spazio, sia all’interno di una stazione spaziale sia all’esterno, con la vita pianificata sul fondale marino sono ormai dimostrate da tempo», spiega Bill Todd, responsabile del progetto. «Le attività che svolgeranno sul fondo del mare saranno ricche di prove di tecnologia che serviranno nello Spazio profondo. Durante le “passeggiate spaziali” simulate tuttavia, si eseguiranno anche ricerche di interesse oceanografico». Gli acquanauti studieranno il comportamento umano in ambiente stressante, proveranno strumenti da utilizzare sulla Luna e su Marte e sperimenteranno un sistema di realtà virtuale che sarà importante conoscere bene durante la spedizione su Marte.
Monica Coviello, Vanity Fair