«Pronti a salpare non è rivolto a quelli che arrivano da noi con i barconi, disperati che fuggono da tali situazioni che non hanno certo bisogno di sollecitazioni: l’invito è per tutti noi, quelli che stanno nella fascia fortunata del mondo, un invito a muoversi per aiutare loro ma per salvare anche noi stessi». Un concerto misto a riflessioni e anche battute provocatorie quello di Edoardo Bennato al Casinò di Campione d’Italia.
“Pronti a salpare” è il titolo anche del suo ultimo album, 14 brani inediti, che il cantautore ha alternato alle sue canzoni da “Io che non sono l’imperatore” a “La Torre di Babele” e “Burattino senza filì” successi di oltre 40 anni fa. Canzoni che, abbinate ad immagini di cronaca attuale,offrono sempre messaggi validi. Sul palco per oltre due ore, il 71enne Bennato ha dimostrato ancora una grande forza e vitalità artistica.
«Questa non è musica leggera – ha esordito – perché su una cosa io non ho mai smesso di avere certezze e cioè la forza terapeutica del rock and roll». Bennato ha poi ricordato alcuni passaggi della sua vita, l’infanzia a Napoli e il padre che lavorava a Bagnoli («Dopo la crisi poteva essere trasformato in un grande distretto turistico e invece ha prevalso il solito vittimismo esistenziale»). Ma ha parlato anche del «venticello della calunnia» ricordando i casi di Enzo Tortora e Mia Martini e delle sue preoccupazioni per il futuro (ha una figlia di 12 anni). Il tour proseguirà fino a novembre con tappe a Ercolano (Napoli), Firenze, Roma e Torino.
Il Mattino