Ed Sheeran porta la chitarra in tribunale e canta il brano per il quale è accusato di plagio

Ed Sheeran porta la chitarra in tribunale e canta il brano per il quale è accusato di plagio

Il cantautore ha eseguito una breve interpretazione di “Thinking Out Loud” durante la sua testimonianza al processo in corso a Manhattan

Ed Sheeran porta la chitarra in tribunale e canta “Thinking Out Loud”, il brano per il quale è accusato di plagio. Durante il processo cominciato qualche giorno fa a Manhattan, il cantautore britannico, 32 anni, accusato di violazione del copyright perché “avrebbe plagiato” alcune parti della sua canzone da “Let’s Get It On” di Marvin Gaye del 1973, ha aggiunto alla sua testimonianza, negando le accuse, anche l’interpretazione della traccia incriminata.

La performance

Sul banco dei testimoni, quando gli è stato chiesto di spiegare come sia arrivato con il suo pezzo in cima alla classifica, Ed Sheeran ha preso la chitarra da dietro il bancone accennando una breve sequenza di accordi di fronte alla giuria di New York, chiamata a giudicarlo. Prima di cantare avrebbe anche detto: “Non sono il chitarrista più talentuoso del mondo”. Il cantautore ha poi riposto la chitarra nel fodero e ha spiegato quale sia il suo personale metodo di composizione, sottolineando come scrivere canzoni sia per lui una seconda natura, di come attinga alla sua vita personale e alle persone che gli stanno accanto e di come riesca a creare brani molto velocemente: “Lo scorso fine settimana ne ho scritti quasi dieci”.
Sheeran aveva già parlato per un’ora sostenendo la sua innocenza nella causa intentata dagli eredi di Ed Townsend, coautore di Gaye nella hit del 1973 “Let’s Get It On”, quando il suo avvocato, Ilene Farkas, gli ha chiesto di raccontare come fosse arrivato a scrivere ‘Thinking Out Loud’ una decina di anni fa. Proprio per questo brano Sheeran si è avvalso della collaborazione di Amy Wadge, autrice degli accordi di apertura, che ha lavorato con il cantautore anche ad altre canzoni.  Sheeran ha spiegato poi che durante una sessione di brainstorming per la creazione del brano lui abbia detto: “sto cantando adesso” (“I’m singing out now”), diventata poi il titolo della canzone con un cambio di parole: “Thinking out loud”. Il musicista ha anche detto che la canzone è stata ispirata dall’amore reciproco che univa i suoi nonni e dalla recente morte di suo nonno.

L’accusa 

L’avvocato Ben Crump che difende gli interessi degli eredi del coautore della canzone di Gaye, ha dichiarato di avere prove “schiaccianti. E’ stato presentato dai querelanti il filmato di un concerto a Zurigo in cui Sheeran fa un mash-up dei due brani. Per Crump il video del concerto equivale a una confessione e una prova incontrovertibile di colpevolezza. L’azione legale che ha portato al processo è stata presentata nel 2017.

Il processo

Secondo quanto scrivono i media americani dovrebbe durare una settimana. La giuria non terrà in considerazione le parole di “Let’s Get It On”, bensì dovrà tener conto degli elementi di base della melodia e del ritmo del brano e decidere se la sovrapposizione tra la combinazione di progressione di accordi e ritmo armonico delle canzoni è simile al punto da essere considerati un plagio.

La difesa

Gli avvocati di Sheeran hanno affermato che l’innegabile simmetria strutturale delle canzoni punta solo alle basi della musica popolare. “Le due canzoni condividono versioni di una progressione di accordi simile e non protetta che era liberamente disponibile per tutti i cantautori”, hanno detto in una dichiarazione depositata in tribunale. Gli avvocati della famiglia Townsend hanno sottolineato nella causa che artisti tra cui Boyz II Men hanno eseguito mashup senza soluzione di continuità delle due canzoni e che persino lo stesso Sheeran è passato a “Let’s Get It On” durante le esibizioni dal vivo di “Thinking Out Loud”. Il giudice che si occupa del processo, il 95enne Louis L. Stanton, ha negato la mozione per includere un video di YouTube di una di queste esibizioni di Sheeran, potenzialmente dannoso per la giuria del processo, dichiarando che il video verrà considerato solo dopo aver visto altre prove presentate.
 

Seconda accusa di plagio

Il cantautore inglese non è nuovo a questo tipo di accuse. Un anno fa Sheeran vinse una battaglia sul copyright nel Regno Unito per il suo successo del 2017 2Shape of You”, e proprio questo ha criticato quella che ha descritto come una “cultura” di cause legali infondate intese a spremere denaro da artisti desiderosi di evitare le spese di un processo. “Sento che affermazioni come questa sono troppo comuni ora e sono diventate una cultura in cui si fa un reclamo con l’idea che un accordo sarà più economico che andare in tribunale, anche se non ci sono basi per il reclamo – disse Sheeran in un video pubblicato su Twitter dopo il verdetto -. E’ davvero dannoso per l’industria della scrittura di canzoni”.

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