Ad accogliere il feretro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: “Giornalista straordinario”. I funerali si terranno in forma privata
A Roma è stata aperta al pubblico la camera ardente per Gianni Minà, giornalista e conduttore tv morto il 27 marzo a 84 anni dopo una breve malattia cardiaca. Ad accompagnare la salma nella sala della protomoteca del Campidoglio, la moglie Loredana Macchietti e le figlie, oltre al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Sotto la grande fotografia in bianco e nero che ritrae Minà due anni fa nel suo studio, anche una corona di fiori dell’Associazione nazionale amicizia Italia – Cuba. Tra i primi a rendere omaggio Andrea Purgatori, Walter Veltroni, Sigfrido Ranucci, Franco Carraro. I funerali, come ha fatto sapere la famiglia via Facebook, “si svolgeranno in forma privata”.
Un grande della cultura e del giornalismo
“Un giornalista e autore televisivo straordinario, autore di pagine memorabili, una personalità riconosciuta in tutto il mondo. Penso uno dei più grandi giornalisti che l’Italia abbia avuto e che abbia saputo interpretare la sua posizione In modo vigoroso e impegnato”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Minà è stato protagonista e testimone di pagine fondamentali della storia del 900. Nell’America latina è stato impegnato anche in tante battaglie per i diritti e per la libertà. Insomma, è qualcosa più di un giornalista, è una personalità straordinaria e anche una persona dolcissima, con un grandissimo cuore che ha messo tutto il suo impegno, la sua passione e tutto il suo rigore nel rendere nobile il mestiere del giornalismo. È stato un protagonista della vita culturale ma anche civile e democratica del nostro paese e del mondo. Ci sono oggi Paesi e continenti che lo ricordano e lo piangono. Minà era forse uno degli italiani più conosciuti all’estero. E lui ha conosciuto persone semplici e grandi del mondo. Aveva questa capacità di essere loro amico, di ottenere la fiducia delle persone generalmente molto difficili da avvicinare. Gli incontri con Maradona sono memorabili. Ha segnato anche una grande fase di modernizzazione televisiva. Credo vada ricordato come un grande della cultura e del giornalismo italiano”.
L’omaggio di Don Ciotti
“Innanzitutto era un amico, poi un giornalista libero, con la schiena diritta, capace di scendere in profondità nella conoscenza delle persone. Le sue interviste erano una consegna di umanità, delle fragilità ma anche della ricchezza umana delle persone. Per me è stato un grande punto di riferimento, soprattutto ha spalancato, con le sue visioni e le sue capacità, uno sguardo molto più ampio sulle finestre del mondo”, ha dichiarato don Luigi Ciotti.
Il ricordo di Milly Carlucci
“Gianni è stato un pezzo importantissimo della mia vita perché insieme con lui ho avuto un’importantissima esperienza professionale che è stata quella di ‘Blitz’ e ‘Sistemone’ e prima ancora ‘L’altra domenica’. Ci conosciamo da tutta la vita. È un uomo straordinario per cultura, umanità, per empatia. Le cose che ci ha regalato e che oggi fanno parte delle teche, sono tutte delle dichiarazioni di amore al suo mestiere, perché lui si definiva un cronista che andava in giro a consumarsi le scarpe. Era vero”, è il ricordo della conduttrice televisiva Milly Carlucci.