Le prime parole su un matrimonio finito (no, la tata non c’entra). Su un sole che ormai brilla altrove. E su un tatuaggio che non va giù
Sono a Santa Monica, in un ristorante italiano senza pretese, e aspetto Jennifer Garner. In foto l’avete vista migliaia di volte: jeans, maglioncino, folti capelli castani raccolti in una coda di cavallo, l’incarnazione vivente del casual californiano. Lo stile semplice e rilassato di questa ragazza cresciuta in West Virginia, le ha permesso di essere una delle madri famose più rispettate d’America, continuando ad attirare gli spettatori nelle sale. Mi raggiunge a un tavolo appartato con passo svelto, confermando le aspettative: pelle perfetta, niente trucco, gran sorriso. Questo è uno dei suoi ristoranti preferiti, il cameriere le chiede perfino come stanno i bambini. È in ritardo di qualche minuto: «Pensavo di non essere nervosa, poi mi sono accorta di aver sbagliato ristorante».
È stato «un anno piuttosto etilico», lo definisce con una risata l’attrice, che compirà 44 anni il 17 aprile. Verso la fine dello scorso giugno, dopo che i figli (Violet, Seraphina e Sam 10, 7 e 4 anni) avevano concluso l’anno scolastico, lei e il marito Ben Affleck hanno annunciato di voler divorziare un giorno dopo il loro decimo anniversario (un’eternità, per la media dei matrimoni hollywoodiani). Di lì a un mese, schiaffata su tutte le riviste e i siti scandalistici, è apparsa la notizia che lui avrebbe avuto una relazione con la tata dei figli, la ventottenne Christine Ouzounian, cosa che dal fronte Affleck hanno negato con decisione. (Dopo qualche sortita su Instagram, la tata si è persa sullo sfondo). «Quando non riesco a dormire – un problema che di solito non ho, ma da un annetto in qua mi succede – e ho bisogno di qualcosa per spegnere il cervello, guardo Tina Fey e Amy Poehler», dice Jennifer. «Che Dio le benedica. Una volta pensavo che non avrei mai guardato la Tv sul telefono, e invece ora lo faccio, perché dormo con mia figlia». Mi spiega che lei e Violet sono diventate temporaneamente compagne di stanza. «Sono felice che lei ci sia, e lei è felice che ci sia io».
Nel nostro mondo, dove un’immagine vale più di mille parole, milioni di persone si sono abituate a vedere foto di Ben, Jennifer e i loro bambini tanto che a un certo punto ci è sembrato di condividere la loro vita quotidiana: il caffè, un salto al mercato, la palestra, i bambini da accompagnare a scuola. Due star del cinema e la loro famiglia perfetta: un mix irresistibile per le testate scandalistiche, e al tempo stesso un ideale cui aspirare. In fin dei conti, rappresentavano la versione patinata di una normalità cui era quasi difficile credere.«Era un matrimonio vero. Non una messinscena per i fotografi. E per me era importantissimo farlo funzionare. Ma non è andata così».
Tanto più che «l’affaire nanny», come lo hanno ribattezzato le pagine di gossip, è stato un finale degno del peggiore degli stereotipi. «Ma la prima volta che ho sentito nominare la tata, eravamo separati già da mesi. Nella decisione di divorziare lei non ha avuto alcun peso. Non era fra i fattori in gioco. Ha sbagliato? Certo. Per i bambini non è bello che lei sparisca dalla loro vita. E io ho dovuto spiegar loro il significato della parola “scandalo”».
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Le chiedo se sposando Affleck sapeva a cosa andava incontro. Quando si sono messi insieme, lui aveva una certa fama di ragazzaccio, e il mondo del cinema l’aveva messo in castigo dopo una serie di film deludenti (Trappola criminale, Jersey Girl, Natale in affitto), mentre la stella di lei era in ascesa. Ben aveva anche avuto una serie di storie molto pubblicizzate, nell’ultima era arrivato a un fidanzamento ufficiale con Jennifer Lopez. Jennifer Garner intanto si era sposata a ventotto anni con l’attore Scott Foley, conosciuto sul set di Felicity, ma era finita dopo solo due anni. «Ovviamente non è quello che mi immaginavo mentre correvo su quella spiaggia, ma adesso sono qui», dice.
«Per superare questa situazione, dobbiamo continuare ad aiutarci. Ben rimane l’unica persona che sa tutta la verità. E io sono ancora l’unica che conosce alcune delle sue verità».
Jennifer appare forte, ma questo non vuol dire che sia sempre tutto facile. Dice che lo scorso ottobre, quando Affleck ha cominciato a girare il suo nuovo film, Live by Night, di cui è regista e protagonista, «io non ne facevo parte. Stava cominciando e non ne facevo parte. Quella è stata una giornata dura. Ho portato i bambini a scuola, ma poi sono tornata a casa e mi sono rimessa a letto. Di giorni così non me ne capitano molti».
E capisce perché la gente – gli amici, i fan, gli sconosciuti – vorrebbe tanto vedere un lieto fine più semplice. «Quando si sono lasciati Jennifer Aniston e Brad Pitt», ammette, «non vedevo l’ora di leggere da qualche parte che erano tornati insieme».
È nelle cose essenziali che ha trovato il conforto e il sostegno di cui quest’anno ha avuto bisogno: «Quando la terra trema, torni a cercare quello che conosci fin da bambina. Di colpo mi sono ritrovata a sedermi al pianoforte. Ad andare in chiesa. Ho passato intere giornate scrivendo pessime poesie, perché ero troppo triste. Ho capito di dover fare una lezione di danza. Mi ha fatto tornare in mente le scene di lotta in Alias, e quanto mi mancavano. Sentivo un bisogno di fisicità, e anche di prendere a pugni qualcuno. Lo sa cosa non vedo l’ora che succeda? Non vedo l’ora di superare la fase del compatimento. Ritrovare il senso dell’umorismo».
di Krista Smith, Vanity Fair