A C’è posta per te Virginia Raffaele-Roberta Bruzzone e Barbara D’Urso sono state protagoniste di un siparietto a base di cronaca nera. Anche se la D’Urso temeva che a chiamarla fosse l’ex marito, for sale «che non vuole più farsi mantenere da me»
«Ucci, ucci, ucci: sento odor di satanucci». È così che la «bella, bionda e procace criminologa» Roberta Bruzzone fa il suo ingresso nello studio di C’è posta per te. Peccato che a varcare la soglia degli Elios di Cinecittà non sia l’originale, ma Virginia Raffaele, giacca chiodata, a bordo di una motocicletta guidata dalla Morte. La Virginia-Bruzzone è un fiume in piena: è contenta di essere ospite di «Decomposta per te», un po’ meno di non sedere su una delle poltrone di Porta Porta. È lieta di stringere fra le sue braccia «Moria» De Filippi, ma arrabbiata perché «Barbara D’Urto» non la inviti nei suoi programmi. Da qui la lettera alla signora di Cologno, che temeva che a madarla a chiamare fosse l’ex marito, «magari non vuole più farsi mantenere da me». Eccola la D’Urso, dunque: un maglia fasciata di brillantini sul décolleté e una gonna di tulle ideale per i suoi giri di valzer in studio. «Sciacalla di Belzebù», «Povera, piccola sciacalla», «miss cronaca nera». Sono questi alcuni epiteti affibbiati alla D’Urso, costretta a sottoporsi a un esame di criminologia televisiva, pena l’obbligo di ospitare la Raffaele-Bruzzone in tutti i suoi show. La conduttrice sta al gioco, rispondendo alle battute con altre battute e, sul finale, abbraccia la sua rivale come un’amica di vecchia data. Tutto sotto il sorriso della De Filippi.
di Mario Manca, Vanity Fair