La confessione dell’attore di “Ritorno al futuro” nel documentario “Still: A Michael J. Fox Movie”, presentato al Sundance
Michael J. Fox ha tenuto nascosta di essere affetto dal Parkinson per sette lunghi anni, dal 1991, anno della diagnosi, fino al 1998, quando parlò per la prima volta delle sue condizioni di salute. Nel documentario “Still: A Michael J. Fox Movie”, presentato in anteprima al Sundance Film Festival, racconta le difficoltà che ha attraversato per anni dopo che i dottori gli hanno diagnosticato il morbo, ripercorrendo il periodo della vita più buio: “Per anni ho assunto pillole e alcol per nascondere il Parkinson”.
“DOPAMINA PER NASCONDERMI”
Michael J. Fox oggi ha 61 anni, e da 30 è sobrio, e nel documentario ringrazia per questo sua moglie Tracy Pollan e i suoi quattro figli per averlo aiutato. La star racconta con schiettezza: “Non c’era nessun valore terapeutico in questo, lo facevo per nascondermi a me stesso. Ero diventato un virtuoso nel manipolare l’assunzione di droghe in modo da raggiungere il picco esattamente nel momento e nel luogo giusto”, rivelando che buttava giù pastiglie di dopamina come “fossero caramelle di Halloween, per prevenire i primi sintomi della malattia”.
NASCONDERE LA MALATTIA
L’attore di “Ritorno al futuro” spiega poi che sul set teneva sempre in mano degli oggetti di scena per nascondere i suoi tremori. Fox sciacquava via i pensieri bevendo, ricordando: “Ero sicuramente un alcolizzato”. “Per quanto l’alcol mi portasse in basso, l’astinenza mi portava ancora più giù. Non potevo più scappare a me stesso”, racconta poi.
Un altro modo per non affrontare il morbo è stato anche il lavoro: “Non puoi fingere di non avere il Parkinson se stai fermo a casa mentre se sono fuori nel mondo, mi sto confrontando con altre persone e loro non sanno che ce l’ho, quindi non ce l’ho”, dice Micheal J. Fox nel documentario.
L’OSCAR ONORARIO
A novembre l’attore ha ricevuto Oscar alla carriera (Honorary Oscar) per la sua battaglia contro il Parkinson durante la cerimonia dei Governors Awards. Visibilmente commosso, Micheal J. Fox aveva usato la canzone di Bruce Springsteen “No Surrender” (non arrendersi) per descrivere la sua battaglia. “Questo”, ha detto in riferimento al brano: “è una sorta di inno personale per me”, citando la parte del testo che dice proprio “No retreat, no surrender”, ovvero “non indietreggiare, non arrendersi”.