Mario Biondi festeggia i suoi 50 anni, compiuti ieri, con un nuovo album. Un regalo a se stesso e al suo pubblico che ha intitolato «Dare», caricando la parola di un doppio significato, sia in italiano, in quanto donare, sia in inglese nel senso di osare: «Ho trovato una grande sincronia fra le due parole. Il concetto di dare è un mantra nella mia vita, ma ho imparato che dare è anche un atto di curiosità e coraggio», spiega. Nel disco, 10 brani originali, 2 remix e 4 reinterpretazioni di grandi classici condensano tanti mondi diversi, dal soul e jazz che sono così congeniali al timbro del crooner catanese, fino al funk, al pop e anche al rock.
In tema con l’«osare» del titolo, c’è la sua versione di uno standard conosciutissimo come «Strangers in the Night» di Frank Sinatra, «per cui sento tantissima responsabilità», commenta Biondi, ma non mancano un paio di brani in italiano e tanti musicisti ospiti, fra cui Il Volo, Dodi Battaglia, gli Incognito. «Oso vivere oltre i generi e credo che la musica non debba necessariamente essere una sola e timbrata con il marchio di un genere. L’importante è che sia bella». Dopo l’uscita del disco, Mario Biondi ha in programma due concerti a metà marzo, anteprime di un tour che è già stato posticipato dallo scorso anno a causa della pandemia.
Si faranno? «Ancora è un’incognita», spiega l’artista, collegato in conferenza stampa in streaming insieme alla sua band, ma la speranza c’è: «Noi vogliamo esserci, siamo disposti a spingere sull’acceleratore e a farcela anche nelle condizioni più difficili, siamo pronti a tutto. L’ambito musicale è stato molto messo alla prova e servono buone notizie». Così anche in riferimento a Sanremo, a cui ha partecipato nel 2018, auspica che si arrivi presto a una quadra: «Non è semplice cantare senza un pubblico davanti, ma se anche fossero pochi ma buoni perché no. Io non vorrei fare a meno del nostro Festival perché sono italiano e ci tengo».
L’isolamento forzato degli ultimi mesi, conclude Biondi «ci ha sparigliato le carte»: «Da un lato mi ha concesso più tempo per la famiglia e per i figli (ne ha ben nove, ndr), dall’altro mi ha tolto tanto, anche persone a cui ero molto legato. Ma sto imparando ad accettare tutto quel che mi succede e a farne virtù. Senza dare nulla per scontato».
Barbara Visentin, Corriere.it