“Altro che comfort zone, preferisco allargarmi, mettermi alla prova, prendere gli schiaffi dalla vita: sono un’irrequieta di natura e non ho paura del giudizio”. Elodie si presenta al suo secondo festival di Sanremo, con l’incalzante brano Andromeda – scritto per lei da Mahmood e Dardust -, più grintosa che mai. E pronta a cambiare pelle e a sperimentare. Partita come interprete classica, con gli ultimi lavori – complice anche l’amore che la lega al rapper Marracash – si è avvicinata pian piano all’hip hop, in una versione molto personale di pop-rap, senza disdegnare anche un po’ di swing, di urban, di soul. E tutto questo è finito nel suo nuovo album “This is Elodie”, in uscita il 7 febbraio (per Island Records), con un’inedita anteprima streaming dal 31 gennaio.
“Il titolo che ho scelto è il modo che ho di affermare me stessa e quello che sono diventata, io figlia di padre italiano e madre della Antille francesi, espressione del melting pot culturale. E’ un disco inclusivo con sfumature diverse”, racconta Elodie, che si è ormai affrancata dall’etichetta di ex talent (partecipò ad Amici nel 2015, arrivando seconda) e negli ultimi due anni ha lavorato molto sulla strada da prendere a livello artistico.
“E’ più di un disco, è quello che sono in questo momento, è quello che mi piace cantare, ballare e condividere: potrebbe essere tranquillamente una playlist del mio telefono, anche perché sono fan di tutti gli ospiti e dei produttori con cui ho lavorato”. Molti, infatti i duetti presenti: da Gemitaiz a Fabri Fibra, da Lazza a Ernia e Margherita Vicario, passando per The Kolors, Ghemon e lo stesso Marracash. E tra i produttori, oltre a Dardust, figurano anche Takagi e Ketra, Neffa, Michele Canova e Big Fish. Per arrivare ai sedici brani del disco, Elodie ne ha selezionati oltre 70 in due anni. “Un lavorone, ma volevo essere più che convinta di quello che facevo”.
Oltre ai successi Nero Bali, Margarita e Pensare Male, c’è anche un omaggio al suo compagno, con una versione piano e voce di Niente canzoni d’amore. “Ero un po’ timorosa a fargliela ascoltare, ma poi mi ha fatto i complimenti”. A Sanremo, dove per la cover ha scelto Adesso tu di eros Ramazzotti accompagnata dal pianista Aeham Ahmad, approdò già nel 2017 e ne conosce l’atmosfera. “Più c’è tensione, più io me ne frego. Non vado per prendere una coccarda da appuntare sul petto, ma per far sì che la mia canzone duri più del festival. Tutti gli occhi puntati addosso… e quando mi ricapita. Vado lì a fare la ‘favolosa'”, scherza con il suo accento romano che stona un po’ con l’aria da francese raffinata che la contraddistingue. “Lo so, mi diverte giocare con le contraddizioni. Mi piace essere femminile, ma anche un po’ coattella”.
E in un festival che sulle donne sta giocando una partita importante dice: “Per me essere donna è un regalo. Rispetto al passato molti passi avanti sono stati fatti ma ancora tanti ce ne sono da fare. Penso che lo strumento migliore per crescere, capirsi e poter evolvere sia la comunicazione, il dialogo, se manca quello mancano le basi. Ci vuole tempo e pazienza”. Non manca il riferimento alle polemiche su Junior Cally: “Ho letto qualche estratto dei suoi testi e sicuramente utilizza parole forti… il linguaggio musicale sa e può essere aggressivo e crudo come quello cinematografico, in molti film si racconta di fatti scabrosi e nessuno se ne stupisce o si indigna… non penso si possa considerare una canzone come un’istigazione alla violenza”.
Claudia Fascia, ANSA