Ex showmen ormai santoni. Duello tv Grillo-Celentano

Ex showmen ormai santoni. Duello tv Grillo-Celentano

Sfida tra i due predicatori: Beppe (a spezzoni) e il cartoon di Adriano. Che dice: «Saboterò l’audience». Ma poi canta

Il Grillo e la Volpe. Anzi il Grillo Parlante e la Super Volpe. Ieri sera in Tv si sono confrontati due «animali» della comunicazione, due artisti evoluti in guru, due venerati maestri diventati sobillatori dei popoli.

L’uno addirittura leader dell’attuale partito di maggioranza, l’altro leader del partito dell’«amore» e del «mondo pulito». Entrambi in video la stessa sera, uno su Raidue e l’altro su Canale 5, in un confronto a distanza di quelli che farà discutere per un bel po’. L’uno, Beppe Grillo, sotto forma di Blob: immagini e spezzoni di repertorio della sua vita precedente, quella in cui ci allettava con l’ironia e la satira in un crescendo impetuoso da comico di provincia a Savonarola col lanciafiamme. L’altro, Adriano Celentano, sotto forma di cartoon, l’ormai famoso Adrian, in cui travestito da Volpe – appunto – combatte contro una dittatura che tiene in ostaggio l’umanità. Ma, per tener su l’audience della serie crollata già alla seconda puntata, il Molleggiato ha pensato bene – nello show live di introduzione – di regalare la sua voce agli spettatori, intonando Pregherò e Hot Dog Buddy Buddy Rock around the clock… Dopo aver finito di dire scherzando: «Confesso di aver sabotato coscientemente l’audience di Canale 5, dicendo solo 13 parole. E lo farò ancora per altre sei puntate, fino a che non resterà un solo ascoltatore: lui salverà il mondo». Mentre il compito di criticare l’attuale governo l’ha lasciato a Giovanni Sorti (che arriva a paragonare gli sgomberi degli immigrati alle deportazioni naziste) e a Natalino Balasso. Bisogna alzare i toni perché l’operazione Adrian si sta tramutando in un flop e non in un testamento spirituale. Perfino Milo Manara ieri lo ha «scaricato», precisando di essere l’autore dei bozzetti dei personaggi, ma di non avere avuto parte nell’animazione.

Grillo (che aveva contro anche Di Maio su Rete4 a Quarta Repubblica), invece, ha suscitato un pandemonio senza neppure esserci, nonostante il programma sia stato intitolato C’è Grillo. E nonostante non si sia visto nulla che riguardasse le sue esperienze politiche recenti, ma solo la sua attività di comico-predicatore (mischiate alle immagini degli esordi nel 1977 in Videobox o a Sanremo nel ’78 o accanto a Heather Parisi nel Fantastico del ’79). Anche se le due cose si sovrappongono: nei suoi show pre 5 Stelle urlava invettive contro la casta, le banche, gli speculatori, Berlusconi, Craxi con la famosa battuta sui socialisti ladri, le multinazionali, le opere pubbliche inutili, la globalizzazione, il libero mercato, la mafia. Tutti temi alla base del programma politico (e attualmente di governo) pentastellato. Un colpaccio di quel geniaccio malefico del direttore di Raidue Carlo Freccero. Che così fa il suo gioco: creare scandalo, far parlare di sé e ringraziare chi lo ha rimesso sullo scranno di Raidue. Grillo, senza muovere un dito, riappare in tv, dopo aver lanciato per anni i suoi ammonimenti: «Giù le mani dalla Rai». Ora, non solo attraverso il governo da lui ideato ha preso possesso di tutti i ruoli chiave della Tv di Stato, ma addirittura pubblicizza via twitter la sua apparizione. E incamera anche 30.000 euro (non richiesti, ma dovuti) per i diritti di immagine. Beh, nulla in confronto ai 15 milioni che si è preso Celentano da Mediaset per il suo cartoon, ma quella è una televisione privata.

Comunque, stamattina vedremo quale dei due eroi in lotta contro i mali del mondo, quello in formato Blog o quello in formato cartoon, avrà vinto la sfida dei «santissimi ascolti».

Laura Rio, il Giornale

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