Ruggero Pasquarelli, l’italiano più amato sui social: “Sogno di diventare come Justin Timberlake”

Ruggero Pasquarelli, l’italiano più amato sui social: “Sogno di diventare come Justin Timberlake”

Da una partecipazione passata quasi inosservata a X Factor, otto anni fa (si classificò sesto), alla gloria assoluta in America Latina, in particolare in Argentina, grazie a Disney Channel e al ruolo da attore principale nella telenovela per teenager Soy Luna. In pochi, in Italia, sanno chi sia, e che faccia abbia; eppure Ruggero Pasquarelli è il personaggio tricolore dello spettacolo più seguito sui social. Tra Facebook e Instagram, ha 12,5 milioni di follower. Scendendo più nel dettaglio: 6 milioni ne raggruppa su Instagram, 5 su Facebook, uno su YouTube e un altro su Twitter. Meglio di Laura Pausini, Jovanotti, Fedez, Emma e della stessa Belén. Niente male per un semi-Carneade da noi quasi sconosciuto e laggiù è leggenda.

Un tempo da quelle zone si migrava sì nella patria del tango, ma per sfuggire dalla miseria più nera. Ruggero è infatti originario di Città Sant’Angelo, un borgo abruzzese di cui ultimamente si è innamorato il turismo internazionale. I suoi vivono ancora lì. Un po’ attore e un po’ cantante che balla, aria innocente e carezzevole, fresca e adolescenziale a dispetto dei 25 anni all’anagrafe, è l’immagine di un ragazzo e artista costretto a trafficare con la celebrità, ma che non ha nessuna voglia di lasciarsene fagocitare.

Gli indizi convergono in questa direzione. Non si nasconde dietro uno pseudonimo glamour. Non perde tempo in cambi umorali di look o gossip studiati ad arte. Non è una Miley Cyrus, per citare un altro nome lanciato da Disney, la sua stella polare. E rivela tra le righe: “Presto uscirà il mio primo disco solista”. Su scala, anch’esso, mondiale. Una bella rivincita per quest’idolo dei ragazzini al di là dell’oceano, e non solo: Soy Luna, in onda dal 2016 su Disney Channel America Latina, è trasmessa in 150 Paesi, compreso il nostro.

Studi precoci in chitarra, canto e pianoforte. I primi spettacoli per strada e le commedie dialettali a teatro. X Factor, l’eliminazione che brucia e per, assurdo, la prima svolta positiva. Tra le spettatrici del talent c’è infatti Cristiana Nobili di Disney Italia. Lo vede mentre si esibisce in Mambo Italiano e lo fa contattare immediatamente. Poco dopo, a18 anni, l’occasione ghiotta. Serve un attore italiano maggiorenne per il cast di Violetta, un’altra serie argentina che manda in solluchero i giovanissimi di mezzo pianeta. Et voilà, Ruggero Pasquarelli passa lì per caso, anzi, ha già in tasca un biglietto di sola andata per Buenos Aires. Dove vive ormai da cinque anni, consacrato allo star system da tre edizioni trionfali di Soy Luna, una serie teen ambientata in una scuola di pattinaggio in cui è Matteo, il protagonista maschile. Di recente l’hanno portata in tournée tra l’America e l’Europa, e il concerto con la colonna sonora ha registrato sold out dappertutto.

E dire che era timidissimo. “La classica paura del bambino che teme i giudizi negativi”, racconta. “Poi, a 12 anni, i miei mi hanno iscritto a una scuola di recitazione a Pescara, ed è cambiato tutto. Mi hanno insegnato che quando sei su un palco le persone che vengono sono lì per te, solo tu puoi renderle felici”. Nel 2010 la partecipazione a X Factor. Ruggero milita nella squadra di Mara Maionchi. Altri sarebbero finiti nel dimenticatoio, per lui è l’anticamera del volo. “Ai casting mi ha accompagnato mio padre perché ero minorenne, avevo 16 anni. Non avrei mai pensato di essere preso. E allora ho studiato, mi sono concentrato, mi sono applicato per andare avanti il più possibile nel programma. Per la prima volta, ho compreso che era questo il mio posto nel mondo”.

È Mara Maionchi la prima a credere in lui: “Mara mi condotto in un percorso che univa la vocalità al mio sapere già un po’ recitare e muovere con disinvoltura sul palco. Certo, all’inizio mi agitavo pure troppo: saltavo da una parte all’altra, non stavo fermo un secondo. Volevano legarmi a uno sgabello”. L’eliminazione non lo demoralizza, “questo show è seguito da milioni di persone, ti offre comunque una visibilità enorme”. Con Violetta, e soprattutto con Soy Luna, ecco la fama prodigiosa, quella che può dare le vertigini. “Due prodotti di grande successo perché spontanei e semplici: parlano d’amicizia, dei sentimenti di noi ragazzi. È vero: sono diventato molto popolare, e tutto questo mi dà gioia. Mi sento coccolato e benvoluto, e perciò quando salgo sul palcoscenico cerco sempre di restituire il massimo – come mi è stato insegnato – per far felice tutta quella gente accorsa apposta per me”.

Gli adolescenti latinoamericani ne hanno fatto un’icona. “Sarà che ho moltissimi punti in comune con i personaggi che interpreto in tv, molte scene le recito spontaneamente. Affinità e divergenze tra i miei fan argentini, messicani, cileni ed europei? Poche: vivono le stesse emozioni, hanno passioni simili e oggi con Internet, YouTube e i vari social, c’è una visione comune delle cose”. A proposito di social: 12.5 milioni di follower sono un primato clamoroso, forse anche un po’ ingombrante. “In verità, io non dedico molto tempo a Facebook e Instagram: la mia settimana è frenetica di suo, e nei momenti di relax preferisco suonare la chitarra o guardarmi una serie tv, oppure, perché no, dormire”.

Pasquarelli non vuole vivere di rendita. Il contratto con la Disney è in scadenza: sono fioccate proposte per nuove telenovelas “e sarebbe il passo più facile e scontato, ma adesso nutro un solo autentico desiderio: affermarmi come cantante, con la mia musica”. Ha due modelli davanti a sé. “Tra gli italiani Tiziano Ferro: da ragazzino, cantavo tutte le sue canzoni. Il mio mito americano è invece Bruno Mars“. Il sogno massimo di questo ragazzo che amava cantare, ballare, recitare e che non ha perso la tenerezza? “Diventare come Justin Timberlake. Anche lui ha un passato Disney, partecipò al Mickey Mouse Club. Lo stimo un sacco, per tutto quello che fa e che è diventato”. Per il momento Ruggero resta in Argentina, ma il pensiero dell’Italia affiora di continuo. “Tornerò ad aprile. Magari per promuovere il mio primo disco”.

Maurizio Di Fazio, Repubblica.it

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