Dopo l’ammartaggio della sonda «InSigth», i documentari BBC «Mountains» e il docufilm «Acquario, emozioni a Genova», “Focus” prosegue il viaggio nella qualità con «Hitler contro Picasso e gli altri».
L’opera dà conto della Shoah dell’Arte, quando i nazisti misero le mani su svariati capolavori del ‘900 per distruggere e cancellare ogni traccia delle opere cosiddette degenerate e, nel contempo, esaltare (e depredare) l’arte classica, vista come più pulita e rassicurante.
In onda in prime-time sabato 29 dicembre sul canale 35 del digitale terrestre, «Hitler contro Picasso e gli altri» conduce lo spettatore in un viaggio che illustra i perversi intrecci tra regime nazista e arte, tra meraviglie assolute e bassezze umane, raccontate dalla voce narrante Toni Servillo.
Il docufilm-evento – lo scorso marzo, al botteghino ha battuto persino il film Premio Oscar La forma dell’acqua – proposto in prima visione in chiaro dalla rete tematica free Mediaset diretta da Marco Costa, compie un viaggio tra Parigi, New York, Olanda, Germania e offre le testimonianze dei protagonisti di quell’epoca: intellettuali e storici dell’arte che conobbero da vicino Hitler.
Negli Anni ’30, per andare incontro alla grande passione del Führer verso le tele d’autore ed il suo irrefrenabile desiderio di propaganda, l’Europa viene fatta oggetto di un sistematico saccheggio di opere d’arte antica e moderna (oltre 16.000 in Germania e più di 5 milioni in tutta Europa).
E, nel ’37, a Monaco, con l’intento di esaltare la pura arte ariana viene organizzata La Grande Esposizione di Arte Germanica, cui fa da contraltare una manifestazione pubblica e itinerante, vietata ai minori di 18 anni, per condannare e deridere l’Entartete Kunst.
Movimenti come Dadaismo, Cubismo, Espressionismo, Fauvismo, Impressionismo, Nuova Oggettività e Surrealismo vengono messi al bando. Molti Chagall, Otto Dix, Max Ernst, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Piet Mondrian, Vincent van Gogh, Pablo Picasso, Henry Matisse ed Eduard Monet, solo per citare i più noti, vengono messi al rogo sulla pubblica piazza.
In contemporanea, nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti ed ebrei, inizia la razzia di opere d’arte destinate al fantomatico Louvre di Linz e alla residenza privata di Goering.
Ma «Hitler contro Picasso e gli altri», non parla solo di arte messa all’indice o trafugata. «Hitler contro Picasso e gli altri» mette a fuoco il senso politico della dichiarazione di guerra del Führer verso all’arte degenerata. Un tema che – drammaticamente – ricorda anche la cronaca più recente.
Ad iniziare dalla distruzione dei Buddha di Bamyan, in Afghanistan, per proseguire con quella della Moschea di Sidi Yahya, a Timbuctù; della Moschea d’Oro, in Iraq; delle tombe e dei santuari sufi, in Somalia; della Moschea di Sidi Yahya, in Mali; dei siti archeologici di Hatra e di Nimrud, in Iran. E, nella sola Siria, della Tomba del Profeta Giona e di statue e bassorilievi mesopotamici nel Museo di Mosul; della Chiesa memoriale del genocidio armeno; del mosaico bizantino a Raqqa; dei resti della città assira di Nimrod, del Tempio di Palmira. Uno scempio conclusosi con la decapitazione di Khaled al-Asaad.
«Hitler contro Picasso e gli altri», prodotta da 3D Produzioni e Nexo Digital, gode di una colonna sonora originale firmata da Remo Anzovino, della regia di Claudio Poli su soggetto di Didi Gnocchi e della sceneggiatura di Sabina Fedeli e Arianna Marelli.