Sciarada, il circolo delle parole

Sciarada, il circolo delle parole

“In poco meno di trent’anni ho visto cambiare il modo in cui gli spettatori comunicano tra di loro e con noi che facciamo la radio e la televisione. Oggi si va sempre più verso l’oralità”. Parole di Giorgio Zanchini, che – lunedì 28 ottobre alle 22.55 su Rai 5, per “Sciarada, il circolo delle parole” – “Etimo” dedica alla lettera, che nel tempo si è trasformata in una forma di comunicazione sempre più agile, iconizzata, digitale. Il popolo delle lettere e dei fax è forse diventato il popolo dei social? Chiede Giuseppe Antonelli. Evidentemente sì. Sembrano lontani i tempi delle missive formali e bollate da imbucare nelle fantastiche buche raccoglitrici che oggi ammiriamo presso il Museo della Comunicazione di Roma; lontani i tempi delle missive galanti tra Lucrezia Borgia e Pietro Bembo; lontani anche i tempi delle lettere giocose familiari nelle quali Giacomo Leopardi si concedeva arguzie e qualche ingenua parolaccia, oggi custodite presso la Biblioteca di Casa Leopardi a Recanati.
E sono lontane, seppure struggenti, le lettere dei condannati a morte e dei prigionieri, degli esuli, dei mercanti e dei militari al fronte. “Etimo” passa in rassegna storie, periodi e documenti che nel tempo hanno raccontato le vicende degli italiani.
L’avvento delle nuove tecnologie ha introdotto modi diversi di affidare al messaggio contenuti e storie. È quanto appare evidente nel Museo Tecnologic@mente di Ivrea, nato nello straordinario universo produttivo creato da Adriano Olivetti.
“Stiamo assistendo da decenni – dice Gino Roncaglia, in cattedra presso l’Università degli studi Roma Tre – a una progressiva granularizzazione della comunicazione, cioè a un collegamento tra codici comunicativi diversi in messaggi granulari e multicodicali”.
Quale sia la frontiera della nuova comunicazione nel mondo digitale non è dato immaginare. Nicholas Negroponte, il celebrato profeta del digitale, nel suo “Being digital” (Essere digitali, 1995), la bibbia della filosofia dello 0/1, o dello switch digital, ha scritto: “I Bits non sono commestibili; in questo senso, non fermeranno la fame nel mondo. I computer non hanno morale; non possono risolvere questioni complesse come il diritto alla vita o alla morte. Ma essere digitale, tuttavia, ci dà molte ragioni di ottimismo. Come una forza della natura, l’era digitale non può essere negata o fermata. Ha quattro qualità molto potenti che ne determineranno il trionfo finale: decentralizzazione, globalizzazione, armonizzazione e responsabilizzazione”.

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