L’eco dell’intervista di Lady Diana alla Bbc è arrivata fino ai nostri giorni e non solo per le dichiarazioni della principessa, che svelarono alcuni dei segreti più scottanti sul suo matrimonio infelice, ma soprattutto per le modalità con cui il giornalista Martin Bashir riuscì a ottenere le confessioni di Diana. Uno scandalo che ha fatto emergere una rete di inganni, bugie, manipolazioni ai danni della principessa del Galles. Il principe William, comprensibilmente amareggiato dall’intera vicenda, ha chiesto che l’intervista di sua madre non venisse più mandata in onda. Netflix, però, avrebbe scelto di tirare dritto, ignorando l’appello del duca di Cambridge per realizzare una puntata della serie “The Crown” in cui verranno svelati i retroscena di quel giorno di novembre del 1995.
L’intervista
“In questo matrimonio eravamo in tre, un po’ troppo affollato”. Questa è una delle frasi più famose dell’intervista di Diana alla Bbc. La principessa, però, non sapeva di esporre se stessa e la sua famiglia per gratificare l’ambizione di un uomo, ovvero Martin Bashir, il suo intervistatore. Il giornalista realizzò un machiavellico raggiro pur di raggiungere il suo scopo. Fece credere a Lady Diana che alcuni membri del suo staff la spiassero in cambio di denaro generosamente elargito dai servizi segreti inglesi. Le raccontò che la tata di William e Harry, Tiggy Legge-Bourke, aspettava un figlio di Carlo, ma aveva dovuto subire un aborto terapeutico, confermando i sospetti della principessa su una presunta relazione tra l’erede al trono e la bambinaia. Le presentò delle false ricevute che attestavano tutte quelle bugie e Diana, già scossa dai tradimenti dell’ex marito e dal divorzio, credette a Bashir. Nel 2021 la Bbc ha aperto un’inchiesta e, dopo accurate indagini, ha ammesso che l’intervista era stata estorta a Lady Diana con “metodi disonesti” e si è offerta di pagare un indennizzo da 1,75 milioni di euro destinati a un ente benefico scelto dai Windsor. L’ira del principe William per l’accaduto e per aver di nuovo dovuto vedere infangata la memoria della madre, non si è fatta attendere: “La BBC…ha contribuito alla paura, alla paranoia degli ultimi anni di vita di mia madre. L’intervista è stata un fattore importante che ha contribuito a peggiorare la relazione dei miei genitori…Mia madre è stata tradita non solo da un giornalista canaglia, mai vertici della BBC che girarono la testa, invece di fare domande scomode”. Con la speranza di chiudere un capitolo troppo doloroso della vita di Lady Diana e di tutta la sua famiglia, ma anche come segno di rispetto nei confronti del ricordo troppe volte vilipeso della principessa, William ha chiesto che l’intervista non fosse più trasmessa. La sua preghiera, però, non verrà esaudita.
Netflix contro William
Il Daily Mail riporta la notizia secondo la quale Netflix avrebbe intenzione di dedicare un intero episodio della serie “The Crown” all’intervista del 1995, sfidando apertamente la volontà del duca di Cambridge. Un insider ha spiegato: “I creatori di The Crown vedono l’intervista come il momento chiave della quinta serie. Perché proprio quello sfogo pubblico, scaturito dalla rabbia per il burrascoso matrimonio con Carlo, ha indirizzato il corso degli ultimi mesi di vita della principessa”. L’esperta Ingrid Seward ha commentato: “William ha un solo modo per proteggersi: non guardare quell’episodio della serie The Crown”. Per ora il duca di Cambridge non ha rilasciato dichiarazioni, ma sembra che, al pari del fratello Harry, non abbia preso bene la notizia. Sempre il Daily Mail sostiene che William si sentirebbe “deluso” dalle scelte di Netflix, perché contribuirebbero a mercificare una volta di più la vita di Diana. A proposito del duca di Sussex, invece, va detto che la sua posizione nei confronti di Netflix è del tutto controversa: Harry e Meghan, infatti, hanno firmato con questa casa di produzione un accordo da 112 milioni di dollari. Come affronteranno la decisione degli sceneggiatori di The Crown di riportare sullo schermo l’intervista del 1995? Harry pensa ancora, come disse alla fine dell’inchiesta della Bbc, che “l’effetto a catena di una cultura mediatica di sfruttamento e pratiche non etiche alla fine le hanno tolto la vita. Nostra madre è morta per questo. Nulla è cambiato”?
Francesca Rossi, ilgiornale.it