Popolizio e Pesce come in True Detective

Popolizio e Pesce come in True Detective

Su Sky Original i due attori in ‘Ai confini del male’ di Alfieri

Gli ingredienti ci sono tutti: le inquietudini di una provincia italiana non troppo identificabile, un poliziotto manesco e uno corretto, un rave party, qualche tatuaggio, un’extracomunitaria dell’Est dal passato non limpido alle prese con un figlia, un orco che viene dal passato e, su tutto, la misteriosa sparizione di due giovani.

Stiamo parlando di AI CONFINI DEL MALE di Vincenzo Alfieri (I peggiori, Gli uomini d’oro) con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, thriller con derive mistery liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Giorgio Glaviano (Marsilio Editore) e sceneggiato da Vincenzo Alfieri, Fabrizio Bettelli e Giorgio Glaviano.

Il Film Sky Original, prodotto da Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution – dal 1° novembre su Sky Cinema, in streaming su NOW e disponibile on demand – racconta appunto della sparizione di due giovani a seguito di un rave party. Ad indagare il carabiniere Meda (Pesce), un uomo complicato e manesco detto ‘cane pazzo’ da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto e Rio (Popolizio), capitano inflessibile e vero fiore all’occhiello dell’arma. A rapire i due ragazzi, a detta di tutti, un pazzo assassino tornato dopo dieci anni al crimine, ma questa volta rapisce il ragazzo sbagliato, il figlio del Capitano Rio. Da qui un’indagine piena di colpi di scena con un minimo comune multiplo: niente è come sembra. “Certo è stata una sfida enorme rivolgermi a un certo pubblico sofisticato che ha già apprezzato thriller come TRUE DETECTIVE, a cui non nascondo di aver guardato, specie per quanto riguarda i due personaggi principali – dice il regista Vittorio Alfieri – , ma i miei riferimenti sono anche a film come PRISONERS di Denis Villeneuve”. E ancora il regista: “Con quest’opera, il mio obiettivo era di riuscire ad intrecciare un racconto di suspense con una storia familiare calda ed emotiva. Due elementi che trovano la loro sintesi nei protagonisti della storia: Meda e Rio, due anime diverse ma uguali. Uno ridotto a una vita solitaria, dilaniato dai sensi di colpa per la morte del figlio e perseguitato dalle proprie ossessioni. L’altro osannato dal mondo esterno ma allontanato dalla moglie, che vede in lui la causa della scomparsa del proprio figlio”. “Il mio personaggio – spiega Popolizio in collegamento remoto – commette un grande errore, quello di mischiare famiglia e ossessione professionale. Anche se il film in fondo racconta soprattutto una cosa: quanto sei disposto a fare per tuo figlio”. Lavorare con Pesce? “È un attore molto fisico, ma ci siamo ritrovati e aiutati molto sul set”. Poche parole, come sempre, da Edoardo Pesce, uno dei pochi attori italiani credibile, come d’altronde Popolizio, in un thriller: “Perché non indosso mai la divisa da carabiniere? Perché ce l’ho dentro” dice Pesce che replica infine a chi gli ricorda come il soprannome del suo personaggio, ‘cane pazzo’, riecheggi DOGMAN: “Chissà, forse sono davvero legato al mondo dei cani. Ora mi manca solo un documentario”.

Ansa.it

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