SI CHIAMA RADIOFRECCIA LA NOVITÀ DI SURACI SULLE FREQUENZE EX RADIO PADANIA

SI CHIAMA RADIOFRECCIA LA NOVITÀ DI SURACI SULLE FREQUENZE EX RADIO PADANIA

radio frecciaNome svelato: Radiofreccia, come la radio libera di cui si racconta nell’omonimo film di Ligabue. È la nuova emittente di Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102,5 e Radio Z l’italiana, lanciata in questi giorni sulla radio digitale Dab, sul canale 258 del digitale terrestre e online. Ma Radiofreccia dalla prossima settimana sarà anche in Fm, grazie alla concessione nazionale e alle frequenze in tutta Italia acquistate ad agosto da Radio Padania.
Radiofreccia è ispirata alla programmazione delle prime radio americane, spiega il gruppo nella nota di presentazione, dove i disc jockey erano anche registi dei propri programmi. «Ho deciso di dare vita a Radiofreccia», ha detto Suraci, «perché avevo voglia di rock e di una radio con uno spirito libero come me e che assomigliasse alla radio di una volta.
Questo entusiasmo mi ha portato a investire nel progetto con energia, tempo, passione e l’aiuto di tanti amici che hanno fatto la storia della radio libera e che continuano a farla e a crederci ancora oggi».
La nuova radio rappresenta un esperimento nel panorama radiofonico italiano. Perché Suraci per fare l’acquisizione dall’emittente comunitaria Radio Padania (che continuerà a livello locale) ha dovuto anch’egli farsi una radio comunitaria attraverso la costituzione di un’associazione. Questo significa che si muoverà su binari che sono un po’ diversi rispetto a una radio commerciale: meno pubblicità a causa di un tetto inferiore (10% contro il 20% delle altre radio) ma possibilità di sponsorizzazioni e di utilizzare appunto lo strumento dell’associazione per coinvolgere gli ascoltatori.
Strumento che Suraci ha detto di voler «sfruttare fino in fondo» in un’intervista a ItaliaOggi in cui si anticipava il progetto di una radio rock inizialmente chiamata Rtl 102,5 Rock.
All’utilizzo della concessione nazionale e delle frequenze in Fm manca in realtà ancora un passo, ovvero l’ok del ministero per lo sviluppo economico che ha investito della cosa l’avvocatura dello stato, interpellata già in passato per avere chiarimenti su come dovessero essere trattate le frequenze delle radio comunitarie in caso di cessione. Dopo l’ok del ministero, che dovrebbe arrivare a giorni, si potrà dare il via al progetto anche in Fm, l’ambiente naturale per un’emittente che si ispira alle radio libere di un tempo, almeno fino a quando il Dab non avrà rimpiazzato l’analogico così come il digitale terrestre ha fatto con la tv tradizionale.

Andrea Secchi, ItaliaOggi

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