La conduttrice Diletta Leotta, lady serie B su Sky: “La mia passione è raccontare storie di sport”
Un nome che allittera come un verso di Catullo, anche se i sentimenti che suscita tra i tifosi italiani forse non sono così poetici. Diletta Leotta, 25 anni, è la conduttrice Sky dell’estate e con tratto serio, non privo di sprazzi di fantasia siciliana, risponde ad alcune domande.
Ha appena ultimato l’Estate mondiale su Europei e Coppa America. Da domani sera alle 20 su Sky Sport 1 ricomincia a condurre i prepartita della Serie B. Come si prepara?
«Con il quadernone degli appunti. A volte uso anche le figurine. I giocatori sono tanti. Domani inizio con Spezia-Salernitana con Gianluca Di Marzio e Luca Marchegiani».
Come ha imparato a condurre?
«Mi sento a mio agio fin da piccola. Ho dei filmini in cui a 10 anni intervisto i cugini».
È vero che ha iniziato a 14 anni?
«Sì da piccola nella mia Catania, ad Antenna Sicilia: intervistavo i bagnanti con una domanda del giorno. A 16 anni ho lavorato in un programma di calcio nella stessa tv. Poi un altro ancora, e intanto mandavo curriculum. Sky mi ha chiamata per il meteo a Roma, dove ho lavorato quattro anni e mi sono laureata in Giurisprudenza alla Luiss».
E ha capito se le previsioni del tempo ci prendono o meno?
«Sì, funzionano. Se si studiano bene le carte sinottiche».
Non sarà una di quelle che si fanno condizionare dal meteo?
«Quando me ne occupavo seguivo le previsioni, ora meno. Al massimo, sono meteoropatica».
Come mai dal meteo allo sport?
«Sky ha realizzato il mio sogno facendomi entrare come giornalista allo sport a Milano. Pian piano ho iniziato a condurre, poi mi hanno proposto il sabato di serie B, ho viaggiato per le piazze italiane e quest’estate mi sono occupata degli Europei. Ed eccomi alla seconda stagione».
Che idea si è fatta del calcio e degli italiani?
«È una passione viscerale e questo rapporto incondizionato è il successo anche della serie B. Non tifano solo la squadra più forte o famosa, ma quella di famiglia, del campanile: belle storie da raccontare. Infatti su Sky apriremo alle piazze e mostreremo come gli appassionati si preparino alla partita».
E lei ha qualche scaramanzia?
«Solo una: studiare fino a tardi la notte prima. Come all’università per gli esami. Mi dà sicurezza».
C’è qualche lato del tifo che la impaurisce?
«Vissuto come faccio io no. Con le giuste distanze è bello».
Che squadra tifa?
«Catania: sono sempre rimasta fedele e spero torni in B».
Il calcio è davvero il suo sogno o farebbe altro?
«Mi piace lo sport in generale. E raccontare le sue storie è la mia grande passione».
Dal mare di Aci Trezza in poi pare non abbia smesso di nuotare…
«Dai Malavoglia con furore! Sì, a Milano vado in piscina tre volte a settimana. E corro».
Brava, bella, famosa, qualche difetto della sua situazione?
«Le persone sono il lato migliore della faccenda: mi piace che mi parlino tutti. Il difetto è che qualche volta parlano male».
La critica che la ferisce?
«Sono molto attiva sui social network, che sono diretti, e mi scrivono di tutto».
Il social preferito?
«Instagram. Si parla di meno».
È fidanzata?
«Sì con un ragazzo conosciuto sul lavoro, ma preferisco non dilungarmi sulla vita privata».
Dev’essere uno che sopporta le sue pose sui social…
«Sui social metto foto di vita privata, che vanno oltre quello che si vede in tv per coinvolgere e – perché no? – per piacere un po’».
Si favoleggia di una sua rivalità con Ilaria D’Amico, che dice?
«Per me è un punto di riferimento. Una giornalista straordinaria. Lavoriamo negli stessi uffici e siamo in ottimi rapporti: nessuna rivalità».
La spigliatezza le viene dalla famiglia con quattro fratelli?
«Sì, una famiglia numerosa. Mio padre aveva una figlia, mia madre tre figli. Si sono incontrati, innamorati e sono nata io».
Nei social la si vede anche con due cani…
«Nina e Rocco, due Dogue de Bordeaux, la razza del telefilm Tequila e Bonetti».
Lei è più da film o da serie?
«Sono da cinema. Anche se l’ultimo film l’ho visto a casa: Inside Out. Al cinema, invece, Perfetti sconosciuti: quello sulle coppie che si leggono i cellulari scoprendo tradimenti».
Da allora usa il telefonino diversamente?
«No, non ho cambiato nulla. Ma certo fa riflettere».
Le interessa la politica?
«Mi tengo aggiornata e mi appassiona. Avendo studiato Giurisprudenza posso seguire molte questioni in profondità».
Una giurista bionda come il ministro Boschi, che ne dice?
«Lei mi piace, è una giovane donna in un ruolo fondamentale. Io invece non mi vedo in politica».
Si sente europeista?
«Sì e soprattutto mi sento europea. Ho sofferto per la Brexit e, a proposito di calcio, mi sono domandata: se si fosse trattato della Champions League, chi si sarebbe mai sognato di indire un referendum per uscirne?».
La Stampa