Un’idea liberatoria, nata dal desiderio di suonare insieme alla vecchia maniera, senza cercare approvazione o concessioni al mercato. Così Giusy Ferreri & Co. descrivono il loro progetto musicale, i Bloom, in un’intervista. La band debutta con il suo primo album di inediti intitolato ‘Hangover’. La super band rock alternative è composta da Giusy Ferreri, Max Zanotti, Roberta Raschellà e Alessandro Ducoli. I Bloom rappresentano per Giusy un modo per esprimere pienamente la sua anima rock, che nei suoi album solisti ha sempre avuto un ruolo secondario.
L’idea, racconta Giusy Ferreri, “forse è anche un po’ controcorrente rispetto a quello che si trova oggi nel panorama musicale. Era un sogno nel cassetto che avevo da tempo: creare una vera band, concentrandosi sulla ricerca del suono e sull’autenticità di un gruppo musicale. Per questo mi sono rivolta a Max Zanotti, che poi ha coinvolto Alessandro Ducoli e Roberta Raschellà. Abbiamo subito capito che c’era una bellissima sintonia tra di noi”.
In un mondo musicale dove le nuove tendenze emergono rapidamente e il mercato spesso detta le regole del gioco, il progetto dei Bloom si rifà al passato. “Nulla è più all’avanguardia della tradizione”, afferma Alessandro Ducoli, aggiungendo: “Abbiamo preso i nostri strumenti e suonato ciò che ci piaceva, come si faceva una volta. È ironico, ma formare una band è diventata una cosa rara negli ultimi vent’anni, quindi in un certo senso, anche questo è diventato un atto tradizionale. Siamo partiti da ciò che si faceva nel passato più recente, mantenendo viva quella tradizione”.
Questa tradizione si ritrova sia nella scrittura sia nella formazione di una band. “Negli ultimi anni vediamo un sacco di solisti, ma sempre meno band. Formare una band richiede un diverso tipo di lavoro, e noi ci siamo concentrati proprio su questo aspetto artistico”, aggiunge Alessandro. Roberta Raschellà osserva che “oggi si scrive musica pensando a cosa vuole il pubblico e non a quello che si sente dentro, alla necessità di scrivere senza pensare a cosa succederà dopo. Nel panorama attuale, più che l’anima degli artisti, c’è il pubblico e il mercato in primo piano, e questo dispiace un po’ a chi fa musica. Anche musicalmente, nelle produzioni attuali si sente molta musica elettronica, molto computer. È giusto che ci siano, perché la musica deve essere per tutti, ma ci deve essere una varietà. Attualmente è tutto un po’ omogeneo”.
I Bloom, dunque, aggiunge Roberta, “nascono dalla voglia di suonare e di essere noi stessi, senza preoccuparci del pubblico. Il pubblico è importante perché fa il concerto, ma è giusto che ascolti la vera essenza di un artista. L’artista deve essere libero di scrivere quello che sente”. Il nome Bloom, che significa fioritura, è stato scelto collettivamente. “Volevamo un nome che fosse di contrasto, ma che al contempo rappresentasse una fioritura, qualcosa che nasce”, spiega Giusy Ferreri, incarnando così l’idea di una nuova vita.
Per quanto riguarda i progetti futuri, l’obiettivo è creare uno spazio per le esibizioni dal vivo, anche se non subito, visti gli impegni professionali dei quattro artisti. Ora c’è il lancio dell’album: “Adesso ci godremo questo lancio e faremo sentire l’album in tutte le sue varie sonorità e sfumature rock”, aggiunge Giusy. L’album ‘Hangover’, che ha avuto una gestazione di nove mesi, rappresenta per Giusy Ferreri “un punto di sfogo, una riflessione introspettiva, quasi una psicanalisi. Ho esplorato tematiche malinconiche e irrisolte dentro di me, ma anche riflessioni sul nostro ruolo umano e il percorso di vita. Questo si riflette in testi come ‘La vita danza’ e ‘Ridarei vita’, mentre altri sono più personali e sottili”. In attesa dei live, i fan potranno godersi le dieci tracce di ‘Hangover’: ‘Mai più’, ‘È la verità (nuovo mix)’, ‘Rose in velluto dark’, ‘La vita danza’, ‘Ridarei vita’, ‘Non te l’ho detto mai’, ‘Lasciarsi in una notte di mezza estate’, ‘Crisi di astinenza’, ‘L’inganno’ e ‘Il mio stile noir’.