Non ci siamo capiti, non guardo trasmissioni sull’amore

Non ci siamo capiti, non guardo trasmissioni sull’amore

(di Tiziano Rapanà) Non voglio insistere, ma io non guardo le trasmissioni sull’amore. Perché manca la tenerezza e il veleno. E non si vedono le nuances di un sì e un no e dallo sguardo non traspare mai la certezza delle cose. E come quando uno parla con una donna della sua storia passata e la derubrica a filarino, a cosina da nulla: “È stato solo un flirt, nulla di importante”. Te lo dice e se lo dice, per nascondere il dolore. Non vuole fare vedere che ha pianto, patito, che l’ombra marcia della disperazione ha annerito il consueto grigio topo delle sue giornate. Non vuole crederci: c’è cascata di nuovo! E pensava di avere finalmente fatto centro, di avere finalmente trovato il sollievo, e le speranze non sono tutte un preludio alla delusione e all’infelicità. Si era sbagliata. L’onta dell’errore non la troverò nei programmi alla tv, è solo un’opzione alle tante alternativa di messa in moto di una storia. Il dubbio di cosa fare o meno non si paleserà in scena. Il tormento di un nì che vuol dire sospiro, attesa e ancora attesa, non lo vedrete in nessuna trasmissione. E il castello delle immaginazioni, dove ci si immagina insieme, e non si nota il basamento precaria. E uno da fuori lo vede, avvisa: “Qui crolla tutto!”. Il castello crolla, rovinosamente come la torre dei tarocchi. Lei pensa: “Non è possibile, era solido”. Ovviamente non è vero, doveva crollare e così è stato. Qualcosa resta, perché le giornate belle non verranno mai travolte dalla sabbia dei ricordi. Ma le memorie di un uomo e una donna sono solo baci negati al sole della speranza.

tiziano.rp@gmail.com

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