Esce il settimo album del rapper milanese: un mosaico di influenze musicali e geografiche
A distanza di due anni dall’acclamato “Sinatra” (disco di platino 2018 e in classifica per ben 61 settimane) Gué Pequeno è tornato a sorpresa pubblicando un nuovo album, “Mr. Fini” (questo il suo cognome all’anagrafe). Per l’ex membro dei Club Dogo è la settima opera solista (compreso “Santeria”, l’album doppio platino con l’amico Marracash). Tante le collaborazioni presenti nel disco che sono state annunciate via Instagram, da Mahmood a Sfera Ebbasta, passando per Marracash, Lazza, Luché, Alborosie e Carl Brave.
L’album è concepito come un kolossal dalle ambientazioni variegate, che alterna scene d’azione, climax epici e inquadrature intime in una tensione narrativa in cui il protagonista è anche l’antagonista. In un’intervista al Corriere della Sera, Gué Pequeno ha spiegato a proposito: “Se dovessi paragonarlo a un film direi che assomiglia a ‘The Irishman‘ per la lunghezza, ma anche a ‘Casinò’ per l’amarezza. Ma credo che dentro ci sia un po’ di tutto. È una storia di un personaggio che si conclude con la paranoia”.
Mai come in “Mr. Fini” sono evidenti tutte le sue influenze musicali, geografiche e cinematografiche, come in un mosaico. Le atmosfere sono pesantemente influenzate dall’hip hop classico con cui è cresciuto, Nas o Jay-Z in primis. Non mancano gli omaggi alla dancehall giamaicana, un genere a cui il rapper italiano è particolarmente affezionato fin da ragazzino, e le suggestioni più attuali tra caldi suoni latinoamericani, armosfere urban e contemporanee provenienti da Francia, Inghilterra, Stati Uniti e America Latina.
A differenza degli altri album, “Mr. Fini” non è stato preceduto da alcun singolo: la prima uscita in radio arriva infatti in contemporanea al disco, con il brano intitolato “Saigon”.
Tgcom24