Roberto Giacobbo torna su Retequattro – da stasera, otto appuntamenti, in prima serata – con il meglio di delle edizioni 2018 e 2019 di Freedom.
Divulgazione pop, ma con la D maiuscola. Fatta di immagini originali e sorprendenti, grandi personaggi, testimoni dei fatti e domande cui dare una risposta, viaggiando sull’imponente track di «Freedom» attraverso i luoghi più importanti dell’Italia e del mondo.
Reportage spettacolari, dai colori vividi, curati in ogni aspetto, grazie a tecnologie top di gamma, con macchine da presa che montano lenti cinematografiche configurate per ottenere il massimo dei dettagli; microcamere; fotocamere leggere; action cam; telecamere UHD al lavoro in simultanea con droni di ultima generazione, cui si aggiungono uso di AR (Augmented-Reality), scanner 3D, laser, modelli a nuvole di punti.
Risultati ottenuti grazie alle tante professionalità chiamate a realizzare «Freedom – Oltre il Confine»: uno staff composto da 40 elementi, di cui 16 per le riprese in trasferta. Donne e uomini pieni di passione e voglia di fare sempre meglio, pronti a seguire Giacobbo in cunicoli e anfratti, tra permessi speciali e chiavi che aprono spazi inaccessibili ai comuni mortali. La stessa équipe che, al termine di ogni serata, è protagonista di un momento dedicato (l’Armaggedon), una scenografica sequenza in slow-motion che vede presenti tutti gli inviati che hanno lavorato all’episodio.
«Freedom» è anche inclusione. Grazie alle grafiche Easy Reading, font ad alta leggibilità per aiutare la lettura dei dislessici (700 milioni nel mondo), quale forma di attenzione e rispetto verso gli spettatori, in particolare i più giovani che vivono questa peculiarità.
«Freedom», inoltre, ha dato vita anche a uno spin-off: il periodico “Freedom Magazine”, testata a cura di Fivestore, la divisione editoriale di Mediaset.
«Freedom – Oltre il confine» è un programma di Roberto Giacobbo, scritto con Irene Bellini, Valeria Botta, Massimo Fraticelli, Danilo Grossi e Marco Zamparelli. Alla regia, Ico Fedeli. Per Mediaset, curatela di Elsie Arfaras e produzione esecutiva di Monica Paroletti.