Attori e dipendenze, da John Belushi (che nella notte in cui morì era insieme a Robin Williams ed Eddie Murphy) a una giovanissima Drew Barrymore

Attori e dipendenze, da John Belushi (che nella notte in cui morì era insieme a Robin Williams ed Eddie Murphy) a una giovanissima Drew Barrymore

Lo showbiz chiede pegno. Pressione quotidiana a mille. Ogni giorno tutto e subito. Mezzo passo di lato e ci ritrovi anche gli attori, i divi hollywoodiani. Lo stereotipo anni cinquanta è che le star bevevano. Bevevano tanto, troppo, e gli si spappolava il fegato. Vero. Ma ancor più vero fu che erba e droghe sintetiche anni sessanta aprirono il baratro di coca ed eroina nei settanta e negli ottanta.

“If your thing is gone and you wanna ride on”. Cantava Eric Clapton in Cocaine. Cocaina e anche tanta eroina nelle notti e nei giorni dei grandi nomi dello spettacolo. Apri una parentesi quadra sui cantanti che si “facevano”, e racconti per l’ennesima volta di Cappuccetto Rosso che incontra il lupo. Eric Clapton, Lou Reed, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Chet Baker, Amy Winehouse. Il lupo, o l’elefante bianco, se li mangia, ma non tutti si sono salvati dal cacciatore. Lo showbiz chiede pegno. Pressione quotidiana a mille. Ogni giorno tutto e subito. Mezzo passo di lato e ci ritrovi anche gli attori, i divi hollywoodiani. Lo stereotipo anni cinquanta è che le star bevevano. Bevevano tanto, troppo, e gli si spappolava il fegato. Vero. Come vere erano le dosi di barbiturici che presero Judy Garland e Marilyn Monroe per suicidarsi. Ma ancor più vero fu che erba e droghe sintetiche anni sessanta aprirono il baratro di coca ed eroina nei settanta e negli ottanta.
Bob Woodward (sì, quello del Washington Post e del Watergate) nella biografia di John Belushi– Chi tocca muore – racconta come in almeno un paio di sequenze del film The Blues Brothers (una è quella dell’attesa del camion che porta il rifornimento di benzina alla stazione di servizio), l’attore fenomeno del Saturday Night Live non riuscisse a stare in piedi per via di un mix continuo di eroina e cocaina. Belushi morì nella notte tra il 4 e il 5 marzo del 1982 in una stanza del Chateau Marmont di Hollywood, con Cathy Evelyn Smith ubriaca e strafatta che gli pompa nelle vene un mix letale di ero e coca. Alcuni anni fa Eddie Murphy ha ricordato come assieme a Belushi, quella sera, poco prima di morire, ci fosse anche Robin Williams. Belushi e Williams offrirono una dose di cocaina ed eroina a Murphy, che lui subito rifiutò. Questo per dire che prima di vederlo nei panni del professor Keating, anche al povero Robin toccò il calvario della scimmia sulla spalla.
Sono gli anni in cui interpreta Popeye di Robert Altman (1980) e la serie tv Mork and Mindy (1978-1980). Usciva di casa anche di notte, e un’anima pia che gli fornisse cocaina, ha spiegato più volte in diverse interviste, la trovava sempre. In molti non lo ricordano più, ma quando lo si rivide in grande forma in Good Morning Vietnam di Barry Levinson (1987) si capì che almeno in quegli anni la “dipendenza” era stata sconfitta. Lo stesso iter di Robert Downey Jr., classe 1965. Un andirivieni continuo tra set, critici entusiasti (Charlot, 1992) e galere per possesso e uso di droga, fino a quando nel 2003 non incontra Susan Levin, attuale moglie, che gli impone come pegno per continuare il loro rapporto di smetterla con la droga. Leggenda vuole che Downey Jr. in macchina su una strada di Los Angeles assieme alla Levin, accosti in riva al mare e getti in acqua cucchiaino, siringhe e dosi di scorta.
In quegli anche la principessa Leila di Guerre Stellari, Carrie Fisher, combatteva contro un uso quotidiano di droghe. E a ripensarci oggi sembra davvero lontana preistoria. Ma vi ricordate Tatum O’Neil, la decenne interprete di Paper Moon con papà Ryan nel 1973? L’Oscar da non protagonista, la carriera che sembra lanciata, poi ecco già a 14 anni l’eroina e la cocaina. Nemmeno il matrimonio con John McEnroe la aiuterà ad uscire dal tunnel. Altra bimba prodigio, Drew Barrymore, a sette anni protagonista di ET, e a 12 già a sniffare lunghe strisce di bamba. Sempre fanciulli, sempre prodigi, sempre tossici lo divennero anche: Macaulay Caulkin e River Phoenix. Il primo, di certo non aiutato da una risibile famiglia, non regge il successo a dieci anni di Mamma ho perso l’aereo e diventa eroinomane, distruggendo una possibile strada lastricata di successo. Il secondo, con aura di attore maledetto si spegne per overdose il 31 ottobre del ’93 quando non aveva nemmeno 23 anni. Non c’è quindi da stupirsi più di tanto quando si legge di Domenico Diele, dipendente da eroina. Il macigno di Sisifo di set e star system pesa e rotola anche in Italia. Alcuni anni fa Paolo Calissano, principe delle fiction tv, si ritrova in casa una ragazza brasiliana morta per overdose di coca. Viene condannato, usufruisce dell’indulto, e sconterà la pena in una comunità di tossicodipendenti in provincia di Torino. Nel 2008 viene ricoverato dopo un incidente d’auto e dagli esami tossicologici si scopre che ancora usa cocaina. La dipendenza delle star dalla droga pesante continua.

Il Fatto Quotidiano

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